"Una vicenda quasi grottesca"

La motonave batteva bandiera panamense, fu abbandonata in rada da un armatore turco

La vicenda della Berkan B – scrive il giudice – “ha assunto toni quasi grotteschi”. Era una portarinfuse lunga 107,6 metri e larga 16,5 varata nel 1984 e battente bandiera panamense. La proprietà era di una società di diritto turco così come turco era l’armatore. Quest’ultimo, a causa di insolvenze plurime tra banche ed equipaggio, alla fine l’aveva di fatto abbandonata in rada davanti al porto di Ravenna. E lì era rimasta all’àncora finché i marittimi, senza cibo né acqua, erano stati autorizzati a scendere. La motonave a quel punto era stata rimorchiata dentro al porto e nel 2016, quando ormai non era più in grado di navigare, era stata venduta all’asta per 70 mila euro. Scopo: smantellarla e riciclare i materiali ferrosi.

La nuova proprietà, la Mediterranean Ship Recycling di Genova, aveva chiesto all’autorità portuale una concessione di area demaniale marittima. Dopo una prima fase che, “sebbene in modo disordinato”, aveva consentito l’asportazione di gran parre dello scafo, nel novembre 2017 era stata ceduta allo spezzino Loriano Bernardini, in passato responsabile di cantiere della Mediterranean. Quando l’Ausl aveva compiuto un primo controllo, aveva trovato una situazione “totalmente irregolare” con il Bernardini e l’ex cuoco di bordo, Douglas Misael, che stavano demolendo con la fiamma ossidrica senza protezioni. Era scattato il primo sequestro preventivo.

Il caso era approdato sul tavolo della magistratura quando l’11 febbraio 2019 una consigliera grillina, Francesca Santarella, aveva fatto denuncia alla Stazione carabinieri di Ravenna per un “presumibile disastro ambientale imminente o in corso”. Il mondo ambientalista, peraltro ha sempre presenziato alle udienze, con sit-in di protesta e striscioni fuori dal tribunale.