CARLO RAGGI
Cronaca

Una vita per l’ambiente. Camprini: Wwf e politica: "Parco del Delta del Po, che battaglia..."

Dai banchi del consiglio comunale coi Verdi alla Banca Commerciale "Da mezzo secolo difendo Punte Alberete e la Valle della Canna. Ricordo le manifestazioni contro la centrale a carbone al Candiano".

Una vita per l’ambiente. Camprini: Wwf e politica: "Parco del Delta del Po, che battaglia..."
Una vita per l’ambiente. Camprini: Wwf e politica: "Parco del Delta del Po, che battaglia..."

Il canto delle quaglie ascoltato da bambino nei campi dietro casa gli ha fatto da guida nel rapporto con la natura, nelle scelte di impegno civile quando a 25 anni, nel 1976, entrò nel Wwf e politico quando nel 1988 fu eletto in consiglio comunale con i Verdi: così Daniele Camprini è diventato una delle figure chiave dell’ambientalismo ravennate, braccio destro dello storico fondatore, Giorgio Lazzari. E fu in quel suo primo impegno politico che Camprini spese tutto sé stesso, a rischio anche della salute, nella estenuante battaglia per il perimetro ravennate del Parco del Delta del Po, prima con sindaco Dragoni, poi con sindaco Miserocchi. Anni di dibattiti e scontri, solo contro tutti gli altri partiti cui stava a cuore non scontentare i cacciatori, che alla fine vinsero.

Camprini, mezzo secolo dedicato alla natura.

"Cinquant’anni di battaglie per far sopravvivere Punte Alberete e Valle della Canna proteggendole dal botulino, i campi di lavoro nelle oasi del Wwf in giro per l’Italia, l’attivismo contro la centrale a carbone che negli anni 80 l’Enel voleva impiantare a Ravenna, lo stremante dibattito per il perimetro del Parco del Delta. Anni d’oro su questi fronti, con un Wwf retto da persone come Lazzari, Plazzi, Senni, Foschini. Un Wwf che purtroppo da tempo non c’è più".

Ma lei ha proseguito nell’impegno…

"Ormai siamo in pochi, io continuo a lavorare con Lazzari, con la sua associazione di volontariato ‘L’Arca’, faccio ancora i controlli del livello delle acque a Punte Alberete e alla Valle della Canna. La tengono troppo bassa, 22 e 28 centimetri misurata una settimana fa, quando le norme di attuazione del Piano territoriale indicano 30-40 centimetri. Da quando anni fa è scaduta la convenzione con la nostra cooperativa è il Comune che gestisce l’oasi per conto del Parco. E nel 2019 fa comparve il botulino e fu strage… non c’era acqua. C’è un’inchiesta su quel fatto. E il botulino è tornato anche nel 2021".

Sono poi stati fatti dei lavori per regolare l’alimentazione di acqua nelle due oasi…

"Sì, l’acqua arriva dal Lamone. Ma per andare a regime occorrono due-tre mesi, hanno utilizzato tubi con poca sezione…La soluzione migliore sarebbe quella di realizzare una derivazione anche dalla parte opposta, sempre con acqua dal Lamone. Io proprio non capisco perché Punte Alberete e Valle della Canna non vengano seguite col massimo scrupolo, pensi solo al fatto che da mesi la torretta di osservazione sulla valle è inaccessibile perché pericolante. Bel biglietto da visita per i visitatori!".

Fermiamoci un attimo. Mi dica di come si appassionò alla natura.

"Il babbo, Urbano, impiegato nella sanità, e la mamma, Vilma Ferrari, che aveva un negozio di scarpe in via Gordini, abitavano in fondo a via Crocetta, dove era tutto campo. Io sono nato lì e da piccolo alla notte ascoltavo il concerto dei grilli, le rane, e c’erano centinaia di pipistrelli; di giorno sentivo il canto delle quaglie, un mondo irripetibile, che mi ha plasmato. Si fantasticava: sa che per noi bambini il territorio al di là dei binari era l’America! Quante volte ci siamo andati".

Anche la tutela dell’ambiente era un territorio da esplorare. "Già anche perché tutto quel mondo naturale che avevo conosciuto da bambino stava scomparendo. Fu nel 1976 che cominciai a frequentare le assemblee del nascente Wwf, in via Boccaccio. Avevo 25 anni ed ero con un collega di banca, Maurizio Padovani, fu lui a parlarmi del Wwf".

Da quando lavorava in banca? "Avevo il diploma di ragioniere e avrei voluto andare all’università. Ma mio padre, comunista staliniano, pretese che lavorassi. Fui assunto alla Banca Commerciale nel ‘75: il direttore cercava personale e soprattutto che sapesse giocare a calcio nella squadra della banca. Io già giocavo nel Santerno e mi fece subito il contratto".

Che ruolo aveva in banca?

"Dalla cassa passai all’ufficio merci e lì mi occupai per anni di tutte le operazioni commerciali nel settore dei cereali, messe in campo dalle società di Serafino Ferruzzi".

Mi diceva del Wwf.

"Sì, era il Wwf della fondazione, come le dicevo; aveva appena vinto la battaglia per l’Ortazzo e già si stava consolidando la salvaguardia di Punte Alberete e della Valle della Canna. Pensi che si deve a Stinchi se le due oasi si sono salvate, visto che l’orientamento negli anni Sessanta era quello di bonificare anche quelle aree. Queste due zone umide avevano necessità di essere gestite al meglio, la valle necessitava quasi ogni anno dello sfalcio dell’erba palustre che prima era opera esclusiva dei cacciatori Noi del Wwf eravamo in prima fila e organizzavamo anche campi lavoro per giovani volontari…".

Poi si aprì il fronte centrale a carbone, sul quale c’erano partiti che erano d’accordo. E anche i sindacati regionali…

"Sarebbe stato un disastro ambientale per la città. Una centrale a carbone sul Candiano! Fu una battaglia durissima, tante le manifestazioni di piazza, i cortei. La questione si trascinò dal 1981 al 1984. Certo che quarant’anni fa la sensibilità ambientale era veramente scarsa". In quel periodo lei entrò in consiglio comunale.

"Nel 1988. Fui candidato nei Verdi in rappresentanza del Wwf e contemporaneamente Grazia Beggio, la moglie di Lazzari, fu eletta in Provincia".

Era il periodo in cui si discuteva del Parco del Delta.

"E io in consiglio comunale, c’era la giunta Dragoni, da solo portai avanti la battaglia per ampliare i confini delle aree a massima tutela. Per me era inconcepibile che i due terzi fossero Pre Parco e con dentro la pialassa Baiona, con le sue tinelle, la pineta, e solo un terzo fosse vero Parco. E questo solo per fare un piacere ai cacciatori…D’altronde c’erano cacciatori nella Dc, nel Pri, nel Pci, in Rifondazione e poi c’era il partito dei cacciatori, il Cpa. Costrinsi il consiglio a votare 35 emendamenti, ovviamente tutti respinti…dopo le dimissioni di Dragoni, il nuovo sindaco, Miserocchi, mi chiamò…" Cosa le propose?

"Mi chiese se i Verdi avrebbero appoggiato la nuova giunta a fronte di alcune concessioni sul Parco".

E lei?

"Sparai alto, chiesi che entrassero nel Parco il Bardello, la punta nord della pineta San Vitale e parte della Baiona. Ricordo gli incontri con Vasco Errani, apprezzai molto la sua posizione, ridussi le richieste al solo Bardello, cento ettari di prateria allagata in Baiona, frequentata da pochissimi cacciatori. Ma il Cpa si impuntò: ‘Gli accordi non si cambiano’ e la trattativa saltò. L’avevo vissuta male tutta la faccenda e dopo un po’ ebbi serie conseguenze sulla salute. Per fortuna risolte".

Il suo impegno politico nei Verdi si protrasse a lungo…

"Dal ‘93 al ‘98 feci il coordinatore di Rete, Verdi e Rifondazione Comunista, poi nel ‘98, e fino al 2003, rientrai in consiglio comunale sempre per i Verdi. Furono anche gli anni in cui il Wwf, attraverso la cooperativa Arca gestiva Punte Alberete e la valle, poi sorsero problemi, nel 2013 il Wwf a Ravenna si è dissolto, io e Lazzari uscimmo dalla cooperativa".