
Nel suo nuovo libro Carlo Zingaretti compie un tuffo nel passato: "Erano altri tempi, oggi il turismo in Riviera è cambiato"
Si intitola ‘L’era del Bagno Sport’ (Edizioni del Girasole), l’ultimo libro di Carlo Zingaretti che ha già diverse pubblicazioni alle spalle che testimoniano il suo grande amore per il territorio, scoperto soprattutto in sella alla bicicletta. Il nuovo lavoro racconta del Bagno Sport di Marina di Ravenna, sede di inesauribili competizioni di calcio e pallavolo sulla sabbia, dove sono passati tanti giovani sportivi. Ed è inevitabilmente anche un ‘affresco’ di come è cambiato il turismo in riviera negli ultimi sessant’anni. L’autore presenterà il libro il 18 giugno alle 18, al Bagno Hookipa, (ex Bagno Sport).
Com’è maturata l’idea del libro?
"Dal desiderio di raccontare come si andava al mare negli anni Sessanta e di far capire come è cambiato il modo di ‘vivere’ oggi il mare. Il turismo è molto cambiato, è diventato più tecnologico, planetario, i bagni attuali sono delle autentiche strutture turistiche polifunzionali in grado di organizzare e gestire una fruizione del mare che non si limita più a prendere il sole e fare il bagno, ma comprende serate danzanti, organizzazione di eventi, ristorazione di alto livello qualitativo".
C’è anche un legame affettivo…
"Sì. Il bagno sport era gestito da Renato Notturni, che diventerà mio suocero. Ha dato un gran contributo alla vita sportiva e culturale di Ravenna, come presidente della società calcistica Adriatica e poi dell’Associazione Polifonica"
In quale misura si può definire il Bagno Sport una realtà unica e originale, un mito degli anni Sessanta per la località?
"Era praticamente ‘riservato’ agli sportivi, quindi ai giovani innamorati dello sport. Praticamente era un bagno senza ombrelloni, che venivano aperti solo la domenica per le poche famiglie che lo frequentavano, quasi tutte dei rampolli calciatori e pallavolisti. L’insieme di tanti ragazzi rendeva la vita del bagno molto movimentata per gli scherzi, le burle, le secchiate d’acqua, le nuotate in gruppo per poi andare al trampolino, distante 500 metri riva. Ci si divertiva e si socializzava molto. Sotto lo sguardo vigile e divertito di Berta, la moglie di Renato".
Che ricordi ha?
"L’ho frequentato a partire dal ‘63/64, quando ero ai primi anni dell’Itis. La mia famiglia si era da poco trasferita a Ravenna e per me è stato il ‘tramite’ per nuove amicizie, avendo perse tutte quelle della mia infanzia trascorsa a San Carlo di Cesena. Al bagno ho conosciuto Luciana, diventata mia moglie 1975".
Scorrendo l’indice, molti capitoli corrispondono ad altrettanti personaggi…
"Sono gli utenti del bagno, alcuni carissimi amici tuttora, altri persi di vista, altri purtroppo scomparsi".
C’è poi una sezione dedicata ai ‘Testimoni di un tempo’. Cosa intende?
"Questa è la parte che più mi ha commosso. In genere mi piace raccontare la vita delle persone normali, quelle che non vengono mai citate, quelle che potremmo definire i nostri vicini di casa. Alcuni li ho scelti perché un po’ li conoscevo, molto marginalmente, altri mi sono stati suggeriti da amici. Mi hanno raccontato il loro vissuto a Marina di Ravenna e Punta Marina fornendo un quadro originale di quelle località e di come si sono sviluppate. Ne sono uscite informazioni che hanno impreziosito il racconto".
Il libro è corredato da 100 foto d’epoca. Come le ha recuperate?
"Da vecchie riviste e guide turistiche, archivi fotografici delle biblioteche Oriani e Classense e dall’Archivio di Stato. Alcune mi sono state fornite da Roberto Stanghellini, dagli stessi intervistati e da Laura Codarin della Pro Loco di Punta Marina che ha una collezione che meriterebbe di essere valorizzata".
Roberta Bezzi