"Uno spettacolo che parla alle donne"

Alle 18 all’Almagià ‘I girasoli’, con Consuelo Battiston, Marina Occhionero, Giuliana Bianca Vigogna e Anna Amadori

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Quattro donne sul palco dell’Almagià di Ravenna stasera alle 18 (biglietti a 10 e 5 euro) portano in scena nell’ambito di ‘Fèsta 2022’ lo spettacolo tratto dal testo ‘I girasoli’ del pluripremiato drammaturgo francese vivente Fabrice Melquiot. Una madre rinchiude in casa le tre figlie: fuori c’è la guerra, il nemico. La regista Anna Amadori, per l’occasione anche attrice, ha scelto un cast d’eccezione formato da Consuelo Battiston della compagnia teatrale faentina Menoventi, Marina Occhionero e Giuliana Bianca Vigogna per presentare al pubblico l’adattamento teatrale di un testo inedito tradotto per l’occasione dagli studenti del Dipartimento di Interpretazione e Traduzione Università di Bologna. Partirà inoltre il 2 marzo a Faenza in collaborazione con la compagnia MenoventiE Production un laboratorio di lettura condotto dalla regista sul racconto ‘I rapporti umani’, di Natalia Ginzburg (per info www.menoventi.com).

Amadori, come nasce l’idea di partire da un testo inedito per uno spettacolo al femminile? "Nel 2012 misi in scena un testo di Melquiot, ‘L’inatteso’, un’opera tutta al femminile. Un lavoro particolarmente fortunato: Melquiot venne a vederlo e ci incontrammo. Il testo ‘I girasoli’ me lo ha proposto lui: mi ha colpito molto e lo abbiamo fatto tradurre in forma di testo da recitare". E come ha lavorato con il gruppo di attrici?

"Quando dovevo sceglierle ho pensato ad attrici con le quali non avevo mai lavorato e mi sarebbe piaciuto lavorare, per una vicinanza di obiettivi e sensibilità. Sono perfette per le figure da mettere in scena".

Qual è la storia?

"Non c’è un piano cronologico nel senso di un’inizio e una fine. È tutto costruito a quadri, sulle figure. Il testo racconta di una madre e tre figlie rinchiuse in casa dalla madre Violet, che sono io. C’è Blue, la più piccola, bizzarra, strana, tormentata; Brown la figura forse più tragica, che ha una passione per gli insetti e un’attrazione e repulsione per gli uomini e Black che trova una strada attraverso l’analisi. Violet è una madre assolutamente non rassicurante, squilibrante e squilibrata, che parte dal dolore per la morte del marito".

Cosa vedrà il pubblico in scena?

"La scena è spoglia, geometrica. La cosa interessante è come costruisce i personaggi Melquiot, un’intreccio di comicità e tragedia molto forte. Il quotidiano più normale diventa fantastico. Si ride e ci si emoziona. In scena c’è la tenerezza e la comicità della condizione fragile del femminile".

Quanto c’è di attuale in questa visione del femminile?

"È uno spaccato sulla condizione femminile contemporanea perché parla di donne contemporanee. Se c’è un nucleo attuale è l’irrisolto e contradditorio rapporto che soprattutto oggi il femminile ha col maschile, ma in una visione né femminista né maschilista. È uno spettacolo che parla a donne che vivono qui e ora".

Giulia Rossi