Morta Idina Ferruzzi, la vedova di Raul Gardini. Una vita lontano dai riflettori

Riservata, ma decisa a tutelare il nome della famiglia. A 14 anni il colpo di fulmine

Idina Ferruzzi sorridente assieme a Raul Gardini alla Loggetta Lombardesca

Idina Ferruzzi sorridente assieme a Raul Gardini alla Loggetta Lombardesca

Ravenna, 4 settembre 2018 - E' morta alle 17 di ieri, nella clinica Villa Maria Cecilia dove era ricoverata da alcuni mesi, Idina Ferruzzi, la vedova di Raul Gardini (FOTO). Nonostante fosse uno dei quattro azionisti della ‘cassaforte’, Idina Ferruzzi è sempre rimasta lontano dai riflettori, parecchi passi dietro al marito, all’uomo che amava il rischio e puntava sempre a vincere, l’uomo che negli anni Ottanta si trovò a duellare con i big dell’economia europea, a sfidare il gotha della finanza e della politica italiana e addirittura gli Usa, scagliandosi contro il dollaro come unità di conto del commercio mondiale. 

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Non poteva essere certo semplice vivere accanto a un personaggio imprevedibile e sempre al centro della ribalta internazionale come Raul Gardini, ma Idina Ferruzzi (il suo nome di battesimo era in realtà Ida, diventato fin da subito Idina in memoria della nonna materna Dina) ha saputo farlo giorno dopo giorno, con riservatezza, forte dell’educazione ricevuta all’interno di una famiglia patriarcale dove i ruoli femminili erano ben distinti da quelli maschili e prioritarie erano considerate l’educazione dei figli e la salvaguardia del nome di tutta la famiglia.

Ma mai ha abdicato alle proprie idee e volontà. Inevitabilmente raccontare Idina significa ripercorrere la storia del Gruppo Ferruzzi e di Raul Gardini. Rare volte Idina ha assunto un ruolo pubblico: lo ha fatto in pratica due volte, l’11 giugno 1991 quando prese posizione contro il fratello e le sorelle che avevano appena cacciato Gardini dalla cassaforte dell’impero, la ‘Serafino Ferruzzi’, e il 3 maggio 1994, meno di un anno dalla tragica morte del marito, quando partecipò alla trasmissione di RaiUno ‘Il Processo’, condotta dall’amico Enzo Biagi, ed ebbe parole molto dure sulle responsabilità del tracollo del Gruppo.

Idina Ferruzzi aveva conosciuto Raul nel 1949. Già all’epoca le famiglie Ferruzzi e Gardini, in estate, si trasferivano da Ravenna a Marina. Quell’estate, rimandato a settembre in matematica, lo studente sedicenne Raul più volte alla settimana da Marina andava a ripetizione a Ravenna in bicicletta e al ritorno, a sera, spesso si accodava al ‘Guzzino’ rosso di Serafino Ferruzzi. 

Le due famiglie, quella di Serafino e quella di Ivan Gardini, il padre di Raul, si conoscevano da tempo. Fu così che Raul cominciò a frequentare la casa del fondatore di un impero che già in quegli anni dell’immediato dopoguerra stava muovendo i primi sicuri passi sul fronte del commercio delle materie prime agricole. E fu così che Idina, quattordicenne, cominciò a mettere gli occhi su Raul che all’epoca piaceva molto alle ragazzine, un bel giovane dal fisico atletico. E assieme agli amici, nei pomeriggi estivi liberi dalle ripetizioni, trascorreva ore a tuffarsi e a nuotare nel porto canale nella zona del faro. Raccontò Idina a Biagi: «Io non sapevo nuotare, un giorno sul molo di Marina gli chiesi di fare un tuffo per me. E fu l’amore».

Qualche anno dopo Raul cominciò a lavorare per il futuro suocero e nel 1957 entrò col 10 per cento nella ‘Calcestruzzi’, appena costituita da Serafino. Subito dopo sposò Idina che ben presto toccò con mano il carattere del marito, ben diverso da quello del babbo Serafino per il quale prima di tutto veniva il lavoro: a Raul infatti spesso piaceva mettere sullo stesso piano la caccia, il poker, la vela e l’impegno lavorativo. Tanto che fu presto rottura con Serafino e solo la pazienza, la tenacia e la mediazione di Idina riuscirono a riportare il marito in azienda. Nel 1976 Idina, Raul e i tre figli, Maria Speranza, Ivan Francesco ed Eleonora, uscirono dalla casa patriarcale di via XIII Giugno e si trasferirono nel monumentale palazzo Prandi, in via D’Azeglio, appena ristrutturato. Sono gli anni in cui l’opera di Serafino Ferruzzi si è già ampiamente sviluppata e consolidata, prevalentemente negli Stati Uniti e in particolare nel settore del commercio dei cereali.

Ma a Ravenna, dell’impero economico di Serafino si conosceva ben poco. Eppure nel 1978, si saprà poi, i Ferruzzi avevano già una disponibilità finanziaria di mille miliardi di lire. Fu l’anno successivo che il nome ‘Ferruzzi’ cominciò a comparire sui giornali e fu in conseguenza dell’acquisizione della società Eridania, fino ad allora di proprietà di un altro imprenditore ravennate, lui sì già da tempo notissimo, l’industriale Attilio Monti, proprietario fra l’altro della Sarom, de il Resto del Carlino e della Nazione. Ma il 1979 fu anche un anno tragico per Idina e la famiglia, l’anno della morte del 2 padre. Accadde la sera del 10 dicembre, a due passi dall’aeroporto di Forlì. Il Falcon su cui Serafino Ferruzzi stava rientrando da Londra precipitò disintegrandosi.

La cassaforte dell’impero era già divisa fra i quattro figli, 31 per cento ad Arturo, 23 ad ognuna delle tre sorelle: dal punto di vista finanziario la successione fluì senza alcun problema. E fluì anche dal punto di vista manageriale visto che fu Raul a designarsi successore di Serafino alla guida del Gruppo. Idina approvò e così anche le sorelle Franca e Alessandra e il fratello Arturo. «Ero l’unico che conoscesse tutto l’impero» disse in un’intervista Gardini e con il marito al vertice, il nome di Idina, fino a quel momento sostanzialmente sconosciuto, cominciò a comparire sui giornali. Inevitabilmente, sia pure di riflesso, la quotidianità della vita le sarebbe cambiata mese dopo mese, per tutto il decennio che si apriva e anche oltre. 

Di lì a meno di due anni, Idina Ferruzzi fu promotrice, assieme a il Resto del Carlino, di una iniziativa benefica di grande respiro per la comunità ravennate: una sottoscrizione per l’acquisto della prima Tac per l’ospedale di Ravenna. In poche settimane fu raccolto un miliardo e mezzo di lire e l’apporto di Idina e Raul fu ben cospicuo. Da pochi anni i macchinari per la Tomografia assiale computerizzata, all’epoca mastodontici, erano entrati nei più attrezzati ospedali italiani e il Santa Maria delle Croci, grazie alla loro iniziativa, poté vantare un notevole passo avanti nel settore della sanità pubblica, al pari di città come Milano e Bologna.  L’iniziativa, che coinvolse tutta la città dimostratasi come sempre generosa, portò per la prima volta la famiglia Ferruzzi, e Idina in particolare, a farsi conoscere dai concittadini. Per Raul era tutta un’altra cosa: fin da ragazzo era ravennate fra i ravennati.