Velocipedistica, 130 anni fa il primo colpo di pedale

Il primo luglio del 1892, e dunque centotrenta anni fa, nasceva la “Società Velocipedistica Ravennate”, primo sodalizio dedicato alla bicicletta, il mezzo meccanico che da qualche anno si era imposto all’attenzione dei ravennati e che per la verità non ebbe una grande accoglienza tant’è che il “Ravennate” nel 1908 parlava di una “villana invasione dei ciclisti nei viali della stazione e dell’ippodromo”, invasione che continuava “ad onta delle rimostranze – anche pubbliche – che si sono fatte”. Eppure il nuovo sodalizio era stato fondato da persone rispettabilissime e molto conosciute in città: Giuseppe Nonni insegnante di matematica, Licinio Farini insegnante di fisica, Fortunato Buzzi segretario della Camera di Commercio e futuro sindaco di Ravenna, e Achille Zabberoni.

La bicicletta, che veniva chiamata velocipede, non era però una assoluta novità perché una cinquantina di anni prima, nel febbraio del 1836, un manifesto aveva annunciato una “dimostrazione” del velocipedista lughese Giuseppe Amaldi che avrebbe ricoperto il tragitto fra Porta Nuova e lo stradone di Classe Fuori “nel termine di quaranta minuti”. Pochi ravennati presero confidenza con questo nuovo mezzo e non mancano gli esempi illustri come il conte Alessandro Guiccioli e Olindo Guerrini che, per stupire il figlio Guido, seguiva di nascosto lezioni per stare in sella. Non esistendo piste ciclabili i ravennati si dilettavano a pedalare lungo le strade cittadine e soprattutto nella pista dell’Ippodromo, che in quegli anni sorgeva nell’area oggi occupata dai Giardini pubblici. Gli amanti delle due ruote, però, erano considerati dei pericolosi intrusi se è vero che il sindaco Luigi Cilla nel 1901 vietò ai “velocipedisti” di occupare la pista negli orari destinati ai cavalli che si allenavano per le tradizionali “corse al trotto” di maggio, una manifestazione che da anni ormai è solamente un caro ricordo. La bicicletta, intanto, prende piede e nel 1899 accanto alla pista riservata ai cavalli verrà costruita una pista per le corse ciclistiche, ideata e progettata dal professor Nonni. La pista, in terra battuta e considerata una delle più “veloci” dell’epoca, subì purtroppo non pochi danneggiamenti nel 1904 quando “e tond” (così veniva chiamata la zona dell’ippodromo) fu utilizzato per la grande Esposizione romagnola. Nel giugno del 1911 si registra nel tondo dell’Ippodromo la prima gara di ciclismo femminile. Partecipano venti atlete e una di queste era di Ravenna, ma di lei non si conosce il nome.

Franco Gàbici