
I lavori, in via Braccesca, di ampliamento del sito del coiosso specializzato in prodotti da forno Vandemoortele Bakery Products Italia. . Sopra, il commercialista Sebastiano Toni
Da una parte la famiglia di un residente. Dall’altra una spa belga, la Vandemoortele Bakery Products Italia, colosso specializzato in prodotti da forno. Al centro, l’ampliamento del sito di via Braccesca, alle porte della città. Tutto dentro a una causa civile che partirà a fine ottobre. I danni lamentati dalla famiglia in questione, "quantificati in via prudenziale", ammontano a una cifra ingente. E, sul punto, sono state chieste perizie sia ambientali che sulla eventuale svalutazione dell’immobile oltre che sul danno biologico subito dalle persone che ci vivono. Naturalmente sarà il giudice a valutare come stanno le cose. Nel frattempo raccogliamo quella che è la testimonianza di chi vive là dentro: in particolare di Sebastiano Toni, noto commercialista ravennate.
"Da mesi – assicura – conviviamo con camion in manovra a ogni ora del giorno e della notte; celle frigorifere che ronzano interrottamente; fari industriali che annullano il buio intorno oltre a rumore da traffico e altre invasioni sonore dentro le abitazioni". E "chi pensa che sia una esagerazione, è invitato a sedersi con me in giardino: alle tre di notte, con motori accesi e operai in pausa: si sentono persino i dettagli delle relazioni private...".
Tutto è iniziato nel giugno dell’anno scorso – prosegue Toni – quando di fronte alla mia abitazione, la società ha cominciato a realizzare una cella frigorifera verticale automatica di dimensioni imponenti". Ma ciò che ha cambiato le cose, è stato "l’impatto della attività sulla vivibilità dell’area". In tutto questo, il Comune non avrebbe diciamo fatto da cuscinetto per i residenti: "Ha tirato dritto, senza confronto, senza sospensione, approvando delibere sulla modificazione della destinazione urbanistica del terreno: da agricola a parcheggio privato.E poi ancora alzando la classificazione acustica della zona da classe III a IV", ovvero "da residenziale a industriale". E infine "eliminando il vincolo idrogeologico stralciando formalmente l’area dal piano alluvionale: con la motivazione che si trattava di un ’errore di mappatura’".
Sì, perché l’area in questione "risultava ufficialmente inserita tra le aree alluvionate, secondo il decreto dell’Autorità di Bacino, ed era compresa nella ’zona blu’ della Regione" dove cioè "non è consentito costruire". Tuttavia ci sarebbe "un problema e non di poco conto": le foto in questione – prosegue Toni – "non mostrano affatto il terreno del progetto: non mostrano né il campo né il canale né l’area trasformata in parcheggio" ma "ritraggono lo stabilimento già esistente". E pensare "che io invece a maggio 2023, ho dormito fuori casa per paura che il canale tracimasse e mi entrasse l’acqua in salotto".
In tutto questo per Toni "unica nota di lucidità" era "arrivata da Giancarlo Schiano" del M5s il quale aveva affermato che "l’azienda ha corso un rischio, senza certezza dell’approvazione". "Hanno costruito sulla fiducia?", si domanda ora Toni. Di fatto "è dall’agosto 2024 che cerco di contattare il Comune: ho inviato mail, chiamato la segreteria del sindaco, chiesto un confronto" Finora nulla.
E intanto la sua cartolina da via Braccesca rimane questa: "Camion in manovra notte e giorno con motori accesi sotto casa; celle frigorifere che ronzano 24 ore su 24; fari industriali che illuminano la notte come un campo da calcio; sono impossibile tra le luci sparate nei vetri, il ronzio continuo della cella frigorifera, i motori accesi delle auto. E conversazioni ad alta voce: tanto che ormai sappiamo tutto: chi frequenta chi, chi ha lasciato chi, chi si è consolato con chi".