
La frana in via Celle, vista dall’alto
Procede l’opera di ripristino della rete viaria provinciale in seguito agli eventi calamitosi che dal 2023 hanno colpito il territorio faentino. Di recente la Provincia di Ravenna ha approvato infatti il progetto esecutivo per l’intervento di ripristino del tratto stradale franato lungo via Celle all’altezza dell’incrocio con via Tebano nel territorio del Comune di Faenza in località Monte Coralli. L’opera riguarda il ripristino in seguito al cedimento della scarpata che raccordava la sede stradale alla superficie del pendio sottostante, causando il collasso della scarpata stessa, della banchina e di parte della sede stradale. La zona infatti era stata interessata da un fenomeno di dissesto gravitativo con cinematismo di scivolamento roto-traslativo, che ha determinato la deformazione e il cedimento della banchina a lato valle. Inoltre il piede della scarpata ha subito una deformazione per "spanciamento", evidenziando una traslazione verso valle. La gabbionata, si è quindi deformata e disarticolata e il manto stradale della Provinciale 66 ne ha risentito con conseguenti formazioni di fenditure longitudinali sull’asfalto. Da qui la necessità di intervento. L’opera infatti era stata inserita dalla Provincia nel piano degli interventi e sarà finanziata con 530mila euro di risorse stanziate dall’ordinanza commissariale numero 13. In seguito agli accertamenti che aveva commissionato l’ufficio viabilità della Provincia erano stati redatti tutti i documenti necessari che hanno portato all’approvazione del progetto negli ultimi giorni, a cui la Provincia darà seguito con l’appalto e quindi l’intervento stesso.
"Il progetto – si legge –, prevede interventi di ingegneria naturalistica per ripristinare le condizioni di sicurezza. Gli interventi consistono principalmente nel consolidamento del versante soprastrada per circa 90 metri mediante opera di sostegno con gabbioni su platea con pali, posta in contropendenza di circa 7 gradi e dotata di drenaggio a tergo. È previsto anche il rifacimento della fondazione stradale con sottofondo in misto granulometrico stabilizzato, strato di base e binder in conglomerato bituminoso, nonché la realizzazione di fossi per la regimentazione delle acque e banchina verde". Un’opera significativa quindi non solo per i costi, ma anche per il ripristino della sicurezza dello snodo viario. Il cronoprogramma, allegato alla delibera, prevede una durata di sei mesi dall’assegnazione del cantiere e il lavoro sarà così suddiviso: allestimento, recinzioni, taglio della vegetazione, scavo, perforazione dei pali trivellati, posa delle armature e opere di fondazione, realizzazione dei gabbioni realizzati in rete metallica, con maglie a doppia torsione, riempiti con pietrame selezionato, che saranno quindi permeabili, consentendo il deflusso naturale delle acque e riducendo la pressione idrostatica, quindi si procederà con il rinterro, la riprofilatura della scarpata, la ricostruzione della fondazione stradale, l’installazione di segnaletica e guard rail e infine lo smobilizzo del cantiere.