Viaggio a Solarolo Rabbia e disperazione: "Allerta troppo lenta" Colpito deposito di reperti

Il magazzino dell’Ateneo era colmo di oggetti dell’età del Bronzo ritrovati negli scavi locali. Archeologi, studenti e volontari ripuliscono le antiche ceramiche dal fango.

Viaggio a Solarolo  Rabbia e disperazione:  "Allerta troppo lenta"  Colpito deposito di reperti

Viaggio a Solarolo Rabbia e disperazione: "Allerta troppo lenta" Colpito deposito di reperti

di Filippo Donati

Nel centro di Solarolo, dove il Punto di preparazione pasti allestito dalla Regione Emilia-Romagna e dalla Protezione civile rifornisce i cittadini evacuati o nelle cui case le utenze sono ancora fuori uso, i sentimenti sono contrastanti. A fianco di chi è più consapevole del pericolo scampato, varie persone puntano il dito contro un meccanismo di allerta della popolazione e di risposta alla crisi parso farraginoso: critiche moltiplicatesi anche sui social network, rivolte in parte ai risicati mezzi del Comune in fatto di comunicazione agli abitanti e alla scarsa tempestività. Critiche rivolte anche ad altri comuni colpiti dall’alluvione.

Ma c’è dell’altro: "Ottenere i sacchi di sabbia per proteggere il nostro negozio non è stato semplice", protestano Alice Dall’Osso e Luana Donatini, "e del resto anche lo svuotamento delle fognature per far defluire l’acqua non ci è parso adeguatamente rapido". Altri, ancora oggi, lamentano il non essere riusciti a mettere in salvo molti oggetti: un sentimento, quest’ultimo, piuttosto diffuso fra gli evacuati, nonostante proprio la corsa a spostare le auto e il contenuto di cantine e garage abbia reso più lento l’approdo nei piani alti degli edifici per mettersi in sicurezza. Il vicesindaco Nicola Dalmonte smorza le polemiche: "La frustrazione di chi ha temuto per la propria vita o ha visto la propria casa devastata è comprensibile".

Il panorama che avvolge Solarolo è effettivamente angosciante. E non riguarda solo case e negozi distrutti. Alcune migliaia di anni di storia della civiltà sono ancora stese sui prati della ‘fossa’ di Solarolo; è qui che gli archeologi dell’Università di Bologna – affiancati da studenti, docenti di altri corsi e semplici volontari – hanno messo in salvo i reperti conservati nel vicino deposito dell’ateneo, colmo fino a sette giorni fa dei materiali riemersi dallo scavo dell’Età del Bronzo di via Ordiere. "Qui l’acqua è penetrata dal livello dell’asfalto esterno, attraverso crepe che si sono aperte lungo i muri come voragini", spiega l’archeologo Claudio Cavazzuti.

La violenza delle acque, oltre ad avere sradicato la pavimentazione esterna, ha sbattuto per varie ore i tavoli presenti nella struttura da un lato all’altro delle stanze, ma non ha mandato in frantumi pressoché nessun reperto, dal momento che erano conservati in casse stipate l’una a fianco dell’altra, come in una muraglia. Nelle casse ai livelli più bassi l’acqua ha fatto irruzione, tuttavia i danni sono comunque stati contenuti. "La quasi totalità dei reperti è costituita da ceramiche, che stiamo lavando una per una e facendo asciugare al sole", fa notare l’altro archeologo Lorenzo Bonazzi. Un lavoro certosino che vede impegnate qualche decina di studenti e volontari. "Una parte dei reperti è poi costituita da elementi in bronzo e in altri metalli, anch’essi lavabili, mentre i resti composti di materiali più deperibili sono effettivamente una minoranza".

Ciò non toglie che lo scenario venutosi a creare sui prati della Fossa sia di devastazione: "qui oltre alle tonnellate d’acqua sono arrivati anche dei bidoni che normalmente erano in un altro punto della cittadina, e perfino molti pesci", mostra Florencia Debandi, da vari anni impegnata nel portare alla luce i resti della popolazione dell’Età del Bronzo che abitava non lontano da quello che millenni fa era un fiume, poi deviato dal trascorrere dei secoli.

Paradossalmente la situazione è migliore nello scavo di via Ordiere, dove i livelli più bassi sono logicamente mutati in bacini ricolmi di fango, mentre le parti più alte non hanno presentato danni significativi: già allora quella popolazione, pur vivendo in un paesaggio completamente pianeggiante, aveva scelto per il suo villaggio un punto in qualche modo sopraelevato rispetto alla natura e alle aree agricole circostanti.

A Solarolo intanto è stato allestito un centro medico sotto al municipio per le prestazioni di base. Oggi ci sono il dott. turrini 9-11.30 dott. Salgemini 14-17,30 Infermiera h 8.45 -15.