In quel video che aveva inviato attraverso Whatsapp, c’era l’ex senza veli nel bel mezzo di un rapporto sessuale. Gli addetti ai lavori lo indicano come ’612-bis’ e si tratta di una delle principali novità del cosiddetto ’codice rosso’ introdotto di recente. In particolare tale reato punisce con pene da uno a sei anni e con la multa da 5.000 a 15.000 euro chi diffonda senza il consenso dei protagonisti immagini o video sessualmente espliciti. Quel fenomeno insomma indicato come ’revenge porn’ e animato appunto da finalità vendicative.
La particolarità della vicenda affrontata ieri mattina davanti al gup Corrado Schiaretti e al pm d’udienza Monica Gargiulo, sta nel fatto che l’imputata è una donna: una avvenente ultra-quarantenne difesa dall’avvocato Silvia Subini e da tempo irreperibile tanto che il giudice ha disposto la sospensione del procedimento. Parte offesa, un uomo di qualche anno più giovane di lei e domiciliato sul comprensorio cervese: è stato lui che, esasperato dalla situazione, si era risolto a presentare querela contro la ormai ex amante. La goccia che aveva fatto traboccare il vaso era arrivata a ridosso dell’ottobre 2020. La donna, con cui da alcuni mesi l’uomo - impiegato benestante - aveva intrapreso una relazione clandestina fatta di incontri furtivi e saltuari, aveva infatti deciso di inviare un messaggio alla allora compagna di lui mettendola così al corrente della relazione. Nlel dettaglio le aveva detto - in maniera molto più esplicita della sintesi che vi offriamo qui - di avere appena avuto un rapporto con lui. Quindi aveva riferito che l’uomo le aveva detto che se fosse rimasta incinta, per lui sarebbe stato più facile mollare l’altra. Non solo: quell’improbabile scambio messaggistico, era stato corredato con l’invio di un video hot. Immagini entrate nel fascicolo delle indagini coordinate dal pm Antonio Vincenzo Bartolozzi e che mostrano l’uomo anche in faccia. Individuale chiaramente: non così l’amante la quale aveva presumibilmente girato il video su un letto con il proprio telefonino.
I carabinieri della locale Compagnia avevano provato a rintracciare la donna partendo proprio dalle utenze che aveva usato. Il risultato ha aggiunto un altro piccolo tassello alla storia: i numeri - tutti ormai disattivati - sono collegati associati ad annunci di prestazioni sessuali di una escort che però non si trova più tanto che le ricerche dei miliari sono risultate tutte vane. Non a caso già prima della chiusura delle indagini, si era arrivati a un decreto irreperibilità per lei. A meno di improbabili ritorni della vendicativa amante in riviera, la vicenda è insomma destinata a chiudersi qui.
a.col.