Ravenna, "mentre violentava la ragazza sorrideva verso il video"

Particolari inquietanti dalle immagini registrate durante lo stupro della ravennate poco più che maggiorenne

Violenza sulle donne (Foto repertorio)

Violenza sulle donne (Foto repertorio)

Ravenna, 27 ottobre 2017 - Emergono nuovi particolari inquietanti dall'ordinanza di custodia in carcere del Gip Rossella Materia per il 27enne senegalese autore del video dello stupro sulla ragazza ravennate poco più che maggiorenne, agganciata in un locale la sera del 5 ottobre. Dalle immagini della doccia fredda per 'svegliare' la giovane perché ubriaca si vede la ragazza rannicchiata nel piatto doccia con solo la biancheria intima, mentre il 26enne romeno autore della violenza la spruzza con un tubo flessibile. In sottofondo si sente una voce di donna che dice "poverina".

Come sottolineato sempre nell'ordinanza del Gip, nei frame del video si vede anche il giovane che mentre consuma la violenza "a più riprese si voltava compiaciuto e sorridente" verso chi lo filma.

Nel documento del Gip si legge ancora che la vittima era "talmente ubriaca che non stava in piedi e avevano dovuto prenderla in braccio per farla uscire dal locale, continuava a vomitare" e "avevano dovuto farle una doccia gelata per cercare di svegliarla e ciò nonostante era ancora sonnolente e inerme sul divano". Come sottolinea il Gip, non ci sono dubbi sul fatto che l'africano "fosse consapevole di tale stato di incapacità", avendo assistito a tutti i tentativi di rianimarla e anzi avendoli in parte filmati, e "della conseguente strumentalizzazione della stessa per il soddisfacimento sessuale" del romeno.

Nell'ordinanza il Gip sottolinea infine la "facilità e la leggerezza con cui furono commessi i fatti, a fronte dell'assurda gravità e viltà degli stessi, commessi in danno di una ragazza appena diciottenne e che versava in condizioni di palese malessere". Elementi che 'lumeggiano' "una marcata capacità a delinquere e accentuata indifferenza per le altrui sfere di libertà e autodeterminazione", con conseguente rischio di reiterazione del reato.

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