Villanova di Bagnacavallo Agricoltori in ginocchio e un’invasione di zanzare "Ripartire? Sarà dura"

Viaggio tra le campagne devastate dall’alluvione, i moduli per chiedere i primi sussidi sono ritenuti complicati. Anche qui volontariato determinante.

Villanova di Bagnacavallo  Agricoltori in ginocchio  e un’invasione di zanzare  "Ripartire? Sarà dura"

Villanova di Bagnacavallo Agricoltori in ginocchio e un’invasione di zanzare "Ripartire? Sarà dura"

Agricoltori in ginocchio, campagne invase dalle zanzare e una burocrazia che comincia a mostrare il suo volto più opprimente. Villanova di Bagnacavallo è stata vittima di una doppia alluvione: quella del 3 maggio, quando la rottura del Lamone a Boncellino ha allagato i primi campi, poi quella del 16 e 17 che ha riempito il fosso Vetro e il fosso Vecchio, trasformando l’area tra via Aguta e via Cocchi in un grande lago. Marco Montanari, imprenditore agricolo e vinicolo, adesso ha 20 ettari di grano devastati e coperti da melma diventata cemento. Inoltre si domanda "perché siamo l’unico comune dove non è ancora stata fatta la disinfestazione dalle zanzare. Siamo assediati e la sera non si vive". Nella storica azienda florovivaistica di Rosa Del Sordo l’acqua ha avuto l’effetto di un tornado. Da quarant’anni coltiva piante grasse, varietà di nicchia ricercate dai collezionisti, oltre a piante da appartamento e altre da fiore reciso: "Non si è salvato praticamente nulla, anche quelle che siamo riuscite a recuperate stanno marcendo. Non so se ce la farò a ricominciare", scuote la testa Rosa, mentre il figlio, Francesco Poletti, cerca di spalare il fango che si è accumulato nei due vivai, che ora offrono uno scorcio lunare. Nei suoi frutteti sono cadute tutte le mele, le intere coltivazioni di grano, mais e lattuga sono perdute. Il padre, Domenico Poletti, appena ha preso in mano il modulo per la richiesta danni, ha sgranato gli occhi: "Per compilarlo – ha pensato – ci vuole un geometra". E ha chiesto soccorso all’assessore. Disperata è anche la situazione di Fabio Andruccioli: ha coltivazioni cancellate di mais, bietolotti ed erba medica in via Aguta, e altri poderi a Reda e tra San Marco e Villanova di Ravenna. In tutto un centinaio di ettari allagati. "Per i risarcimenti siamo in battaglia con le associazioni di categoria – spiega l’imprenditore agricolo –, che però scuotono le spalle dicendo che non sanno di chi chi è la colpa. Vanno a rilento ma devono intervenire, perché ci sono intere aziende in ginocchio. I miei terreni, dove avevo fatto investimenti con concimazioni e impianti per l’irrigazione, sono devastati. La rete dei canali di scolo è tutta da rifare. I fossi vanno rimessi a posto al più presto, altrimenti succede come a Ravenna: al primo acquazzone torni sotto".

Maurizio Tesselli abita in via Aguta 72, ha perso due cucine e sta cercando di recuperare pavimenti e mobili antichi che erano al piano terra di una casa ottocentesca. "Ciascuno – spiega – guarda a casa propria, ma di certo non ho avuto i danni che hanno avuto in zone come Sant’Agata e Conselice. Qui a Villanova c’è stato un grande sforzo della comunità", spiega riferendosi all’opera di volontariato coordinata da Mario Carlini del Consiglio di zona. Risparmiato dall’alluvione, in questo caso è il centro del paese ad aver prestato soccorso alle campagne: "Nella sala azzurra della biblioteca – spiega Carlini – abbiamo raccolto viveri e indumenti che un centinaio di ragazzi hanno distribuito, mentre nel circolo Arci è stata allestita una cucina che preparava pasti caldi e portavamo con i gommoni, anche con l’aiuto della protezione civile". Non solo quelle agricole, anche le imprese dell’area artigianale contano i danni. Elio Bagnari, titolare della Ravaioli che fa pavimenti e rivestimenti in legno per esterni, conta almeno 150mila euro di perdita solo di tavolame, mentre è riuscito a salvare i macchinari "grazie alla dedizione dei miei dipendenti". Anche lui ha un pensiero per gli altri: "Posso dirmi fortunato, rispetto a famiglie e aziende che hanno perso tutto".

Lorenzo Priviato