"Violentata da mio marito", condannato

La donna ha ritirato la denuncia in aula, ma il reato è andato avanti d’ufficio: quattro anni e quattro mesi di reclusione

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Lui, secondo la prima denuncia presentata nel 2019 davanti ai carabinieri, le chiedeva danaro ogni giorno andandola persino a cercare sul posto di lavoro e promettendole che "se non mi dai i soldi, faccio casino nel locale e poi ti ammazzo". Talvolta la pedinava in auto. E a un certo punto era arrivato pure a pretendere rapporti sessuali a cadenza quasi quotidiana. Poi dal 2020 "era andato a vivere per conto suo" e "mi ha lasciato in pace: non ho più intenzione di procedere".

Una volontà a ritirare la querela quella manifestata ieri mattina dalla donna - una giovane poco più che ventenne di origine straniera e al tempo domiciliata sul comprensorio cervese - davanti al collegio penale del tribunale, che però non ha evitato la condanna all’ex marito, anche lui straniero e di qualche anno più grande, visto che i reati contestati sono andati avanti lo stesso d’ufficio: estorsione, violenza sessuale e stalking. Uguale a 4 anni e 4 mesi di reclusione. Il pm Cristina D’Aniello aveva chiesto 5 anni precisando in requisitoria come la vicenda trovasse "riscontro dibattimentale: lui era una persona in difficoltà perché all’epoca faceva uso di stupefacenti". Va però considerato il breve periodo dei reati più gravi contestati e "il corretto comportamento processuale" dell’imputato. Per la difesa invece - avvocato Paolo Zoli di Lugo - l’uomo andava assolto. "I due - ha spiegato il difensore in arringa - erano legati da vincolo matrimoniale nel loro Paese anche se non trascritto In Italia. È vero che lui aveva fatto uso di stupefacenti: ma ha seguito un periodo di recupero". In merito alle accuse di violenza sessuale, l’avvocato ha sollevato perplessità: "Se è così, perché" i familiari più stretti "non lo avevano detto una volta sentiti a sommarie informazioni?". Come dire che "più che violenze, si era trattato di dissidi familiari. Tanto che non c’erano certificati di pronto soccorso e un solo intervento dei carabinieri".

In quanto al danaro, "è poco credibile che lei si fosse trovata economicamente in difficoltà: ci sono tanti episodi che fanno dubitare". Scontato insomma il ricorso in appello non appena entro 90 giorni verranno depositate le motivazioni.

Secondo quanto a suo tempo dichiarato dalla donna, la loro relazione era andata avanti due anni poi a un certo punto i rapporti si erano incrinati perché l’uomo aveva iniziato a fare uso di cocaina. E così era arrivato a chiederle anche 300-400 euro al giorno e a farle comperare un’auto per intestarsela. In un’occasione l’avrebbe aspettata fuori dal lavoro, spinta a terra e di peso caricata in auto. Poi l’avrebbe portata vicino al fiume per dirle: "Chiama i tuoi capi e di che non vai al lavoro altrimenti ti butto".