"Visitatori paganti al Mar, abissale la differenza"

Claudio Spadoni replica alle dichiarazioni dell’ex direttore Maurizio Tarantino: "Frasi singolari"

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di Claudio Spadoni *

Mi si consenta qualche osservazione sull’intervista rilasciata da Maurizio Tarantino e pubblicata sul Carlino di sabato scorso. Capisco l’ amarezza per l’inattesa interruzione del suo rapporto con Ravenna (Mar e soprattutto Classense). Ritengo tuttavia almeno singolari alcune sue affermazioni sulla precedente stagione del Mar che cito alla lettera: "aveva una storia importante ma monotematica"; e ancora: "Ho affidato responsabilità importanti a chi lavora. Li ho costretti a misurarsi con modi diversi di concepire l’arte” (!?), citando alcune mostre (Toscani, Roversi, War is over, per dire come "il Mar e le persone che ci lavoravano siano cresciuti. Prima era un’isola".

Riguardo la "storia monotematica", vorrei ricordare che il programma d’allora puntava su alcune linee portanti: le rassegne dedicate ai grandi storici e a temi e periodi della storia dell’arte, che hanno portato al Mar capolavori di arte antica, moderna e contemporanea, a partire dagli dagli affreschi pompeiani fino alla piena attualità. Contemporaneamente si era avviato un ciclo annuale di mostre (tre ogni anno) denominate prima ‘No border’ poi ‘Critica in arte’, curate da giovani critici che presentavano giovani artisti. Per chi non l’avesse capito, una proiezione nell’attualità delle mostre dedicate agli storici dell’arte. Si è creato il CIDM, Centro Internazionale di Documentazione del mosaico, che con diversi progetti europei teneva rapporti con città transfrontaliere. Le mostre sui giovani e il CIDM sono stati letteralmente cancellati.

Per le rassegne storiche abbiamo ottenuto prestiti e collaborazioni con i maggiori musei europei- dal Centre Pompidou, al museo D’Orsay, alla Tate, al British, alla Guggenheim, per fare solo qualche nome, oltre ai maggiori musei italiani, Brera, Uffizi, Capodimonte, Musei Vaticani, ecc. Un’ ‘isola’, il Mar, con rapporti internazionali, e a cui giungevano i più autorevoli critici che poi, misteriosamente, non vi hanno più messo piede. E lasciamo stare la differenza abissale di visitatori esterni paganti. Quanto alla pluralità dei linguaggi, vorrei ricordare che sono stati presenti in varie mostre artisti che usano il mezzo fotografico (non proprio nuovissimo, come qualcuno dal Mar ebbe a definirlo: ha poco meno di 200 anni); o come la video arte, a cominciare da Bill Viola, il maggiore protagonista.

Infine, la ‘crescita’ di chi lavorava in Loggetta: tanto apprezzata da indurre tutti quelli che hanno potuto ad andarsene altrove. Bisognerebbe chiederne a loro le ragioni.

* Ex direttore del museo del Mar