Vita e lavoro sempre sulla barca La scelta di Federica e Damian

Lei ravennate, lui sloveno, si sono conosciuti sullo yacht dove lavoravano: "Poi è scoccata la scintilla. Martedì partiamo, direzione Slovenia: per vivere ospiteremo gente sulla nostra imbarcazione"

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Cambio vita e vado a vivere in barca. Questa è la storia di Federica Minghelli, 41 anni, di Ravenna e Damian Rožnik, 34 anni, sloveno di Isola, che nel 2012 si sono conosciuti sullo yacht dove lavoravano (lei capo del personale e lui nostromo) e si sono innamorati. Otto anni dopo, con un membro in più in famiglia, la figlia Alice di due anni e mezzo, sono attraccati con la barca ’Alice in Waterland’, una Gib Sea 51 Doufour, nel Circolo Velico di Marina di Ravenna e martedì, allo scoccare dell’autunno, partiranno alla volta della costa slovena, dove rimarranno tutto l’inverno con il loro progetto di boat and breakfast, che prevede anche la navigazione a breve raggio, con cene a tema e altre attività... andare a caccia del tramonto sarà uno dei più gettonati, c’è da scommetterci.

Federica e Damian, avete fatto i marinai per tanti anni e nel 2018 avete deciso di mollare quegli ormeggi, perché?

"Abbiamo deciso di riguadagnare il nostro tempo prendendo una nostra parte e lavorando solo per noi. A questa decisione si è aggiunta la necessità di crescere Alice... fare i marinai per altri e fare famiglia, sono due cose inconciliabili".

È stato difficile rinunciare a un lavoro tanto impegnativo, ma sicuro?

"Sì, la scelta è stata forte perché ora siamo noi a dover creare il nostro piccolo mondo dove guadagniamo e di certo dovremo cambiare le regole proprie della nautica".

Ad esempio?

"Principalmente il fatto che si lavora solo d’estate e che la barca sia una cosa per ricchi. La barca deve essere a portata di tutti e utilizzata tutto l’anno, organizzando il tempo in maniera diversa, più dilatata e godendo in maniera diversa di quello che si fa".

Che barca avete cercato?

"Una barca con cinque cabine, cinque bagni, doveva essere di una determinata grandezza e la ricerca ci ha portati a viaggiare l’Europa, trovando il nostro ideale a Marsiglia nel 2019, una barca un po’ vintage, che abbiamo ristrutturato, facendo un refitting importante, completamente da soli, perché abbiamo lavorato alla sicurezza, sostituendo cavi in acciaio, vele, sostituendo l’impianto idrico classico con uno di depurazione dell’acqua per essere plastic free e spillare l’acqua con un rubinetto a bordo e creare un impianto di riscaldamento che ci permettesse di usare la barca d’inverno. Infine abbiamo cambiato tutti i pannelli e colorato gli interni delle cabine, come fossimo in una casa.... la nostra è la grotta dei pirati".

È stato costoso?

"Abbiamo lavorato solo io e Damian, oltre a suo padre, e quindi la spesa di 40mila euro per la ristrutturazione e quella dell’acquisto della barca stessa, sostenute dai nostri risparmi di una vita, è un terzo di quello che avremmo dovuto investire se ci fossimo affidati esclusivamente a un cantiere, anche se poi il cantiere Orioli di Ravenna ci ha ospitati per tutti i lavori".

Un consiglio a chi cerca di mollare la certezza che però non rende felici, per abbracciare una nuova vita?

"Per noi è stata la scelta obbligata... se vogliamo fare famiglia e siamo marinai, come possiamo fare? Abbiamo scelto noi stessi e di conseguenza sono arrivati i piani, i progetti, e la visualizzazione dei sogni.... che è fondamentale".

Benedetta Cucci