Zero carbonchio, via al progetto

Le grandi industrie di Ravenna e Ferrara uniscono le forze per la transizione energetica

L’accordo per la decarbonizzazione è stato sottoscritto ieri a Ravenna

L’accordo per la decarbonizzazione è stato sottoscritto ieri a Ravenna

di Lorenzo Tazzari

Le industrie grandi consumatrici di energia dei distretti industriali di Ravenna e Ferrara uniscono le forze per contribuire concretamente alla transizione energetica accelerando la decarbonizzazione. È questo l’obiettivo al quale punta l’accordo sottoscritto ieri a Ravenna, nell’ambito dell’evento promosso da Omc Med Energy, dalle industrie Cabot, Herambiente, Marcegaglia, Polynt, Versalis Eni, Yara con Eni e Snam partner tecnici e il supporto di Boston Consulting Group. Questi gruppi industriali coopereranno per raggiungere l’obiettivo di decarbonizzare le aree nelle quali operano. I settori dove è più difficile abbattere le emissioni (cosiddetti hard to abate) in Italia rappresentano il 13% del totale delle emissioni Ghg (effetto serra) e il 64% del settore industriale, è per questo motivo che la decarbonizzazione di questi settori è strategica. In questo contesto la Ccus rappresenta la principale tecnologia e la soluzione più rapida ed efficiente per la riduzione delle emissioni dell’industria energivora. In questo senso, i poli industriali di Ravenna e Ferrara condividono lo scopo e l’ambizione di sviluppare progetti efficaci per la riduzione delle emissioni attraverso l’utilizzo di questo strumento. Il potenziale di emissioni industriali di anidride carbonica evitate grazie a questo progetto potrà arrivare fino a 1 milione di tonnellate.

Più dettagliatamente, l’iniziativa valuterà le configurazioni ottimali per il trasporto e lo stoccaggio delle emissioni di Co2, valuterà i relativi costi e le opportunità di finanziamento, inclusi fondi comunitari. Verranno anche esplorate le possibili sinergie con altri operatori industriali dell’area o con tecnologie ‘carbon negative’ come Beccs (Bio Energies with Carbon Capture and Storage) e Dacs (Direct Air Capture and Storage). Inoltre, saranno attentamente valutati gli aspetti di comunicazione ed interazione con le comunità locali e con le istituzioni nazionali e comunitarie. "È un segnale chiaro – commenta Monica Spada, presidente di Omc Med Energy – della consapevolezza maturata sul territorio di quanto sia necessario operare in sinergia per conseguire l’obiettivo di riduzione del carbon footprint, che ha un diverso grado di difficoltà a seconda dei comparti produttivi. Un progetto pilota, che parte da Ravenna e Ferrara con l’ambizione di poter essere replicato anche in altre realtà, un esempio di best practice che altri comparti possono prendere a modello per ridurre le emissioni".

"Da una parte – sostiene Giuseppe Ricci, presidente di Confindustria Energia – bisogna sostenere il massimo sforzo per lo sviluppo delle rinnovabili e dall’altra bisogna affiancargli le diverse soluzioni low carbon, come i biocarburanti, il biometano, la valorizzazione dei rifiuti e i processi circolari e la CCS, in un mix virtuoso di soluzioni che faciliterà il raggiungimento degli obiettivi ambientali, ridurrà il costo dell’energia e permetterà di intraprendere il percorso di riconversione industriale che salvaguarderà occupazione e competenze".