"Zona arancione, perché?" La rabbia dei ristoranti

Da domani gli esercizi chiudono di nuovo, ma le associazioni non ci stanno. Mambelli (Confcommercio): "Bisognerebbe distinguere tra zone, così non va"

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Da domani si torna in zona arancione. Nel momento in cui si ricominciava a parlare di programmazione turistica e si chiedeva l’apertura serale dei pubblici esercizi, arriva la nuova ordinanza del ministro della Salute che toglie il giallo a Emilia-Romagna, Campania e Molise.

Conseguenza immediata: chiudono da domani bar e ristoranti, vietato spostarsi fuori Comune, chiusi i centri commerciali, eccetto alimentari, tabaccherie, farmacie, musei e poche altre attività. "Potevano almeno lasciarci la domenica – commenta Danilo Marchiani, responsabile dei ristoratori di Confesercenti –. Ci hanno lasciato prendere le prenotazioni, abbiamo acquistato i prodotti e adesso buttiamo tutto. Forse non hanno ancora capito che siamo rovinati". "Questa volta anche il presidente della Regione, Bonaccini, poteva fare qualcosa di più – aggiunge il presidente di Confcommercio, Mauro Mambelli –. Bisogna avere il coraggio di dividere tra chi ha dati da zona rossa e chi, invece, dovrebbe stare in zona gialla, come noi. Si chiude tutto e arrivederci. È la strategia in voga da sempre, che non paga a quanto pare".

Proprio la Confcommercio ha diffuso nel pomeriggio di ieri, quando ancora l’arancione era "un rischio" e non una certezza, dei dati accompagnati da un interrogativo: "Perché rischiamo di andare in zona arancione?". L’associazione utilizza dati di Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, ente pubblico.

"In data lunedì 1 febbraio 2021, per l’Emilia-Romagna primo giorno di passaggio in zona gialla dopo un periodo in zona arancione, i dati ufficiali davano 207 posti in terapia intensiva su 757 (pari al 27%), 2.181 posti occupati in reparti Covid su 6.126 (pari al 36%). A quasi tre settimane di zona gialla e di apertura dei pubblici esercizi, i dati al 18 febbraio 2021 sono i seguenti: 181 posti in terapia intensiva su 757 (pari al 24%), 1.890 posti occupati in reparti covid su 6.126 (pari al 31%)".

"Dopo quasi tre settimane di riapertura dei pubblici esercizi – rileva la Confcommercio ravennate - sono sensibilmente calati sia i posti occupati in terapia intensiva sia quelli in reparti Covid". Da qui l’interrogativo: "Ci spiegate perché dovremmo andare in zona arancione?". Invece è arrivata l’ordinanza.

"E dire che avevamo appena proposto di tenere aperti i ristoranti anche di sera, fino al coprifuoco, in fascia gialla, e a pranzo se in zona arancione. Ma qui non ti ascolta nessuno e ti prendono in giro, ti avvisano il venerdì per la domenica", commenta Marchiani.

E Mambelli: "Spero che il Dpcm che seguirà quello in scadenza il 5 marzo, dia indicazioni più efficienti e meno penalizzanti. Sarà il primo provvedimento firmato dal presidente Draghi e vorrei notare una differenza rispetto al precedente governo. Altrimenti dovremo ricorrere tutti al Tar, ormai sembra l’unica strada per sopravvivere".

lo. tazz.