"Zone inospitali sulla Terra? Ecco la soluzione"

Il presidente di Wasp, Massimo Moretti, racconta il progetto Itaca: "Costruiremo uno spazio dove quattro persone possano vivere"

"Zone inospitali sulla Terra? Ecco la soluzione"
"Zone inospitali sulla Terra? Ecco la soluzione"

Un sogno che si candida a divenire realtà. Si chiama Itaca ed è il nuovo obiettivo di Massimo Moretti, presidente della Wasp, leader nella produzione delle stampanti in 3D, illustrato nel corso della tappa massese di "After", il festival del digitale organizzato dalla Regione. "Si sta parlando di costruire sulla Luna o su Marte", ha spiegato Moretti. "Si tratta di una situazione possibile, non è fantascienza. Ma la terra – continua – è più interessante". L’idea è di utilizzare la tecnologia sviluppata per consentire la vita su quei pianeti, per rendere abitabili le aree della Terra considerate inospitali. "Itaca è l’archetipo del ritorno a casa. Il nostro obiettivo è di costruire in uno spazio di 33 metri di terra tutto ciò che è necessario per rendere indipendente un nucleo di quattro persone creando una biosfera capace di rispondere ai bisogni e ai diritti basilari. Nel processo sono per questo coinvolti vari saperi. Ad esempio abbiamo chiesto la collaborazione del podere Casetta di Conselice per capire quante piante di pomodoro o di melanzane servono per 4 persone perché, negli spazi di Itaca, non se ne possono piantare neanche una in più o in meno. Tutte le componenti devono essere progettate. Ancora. "Dobbiamo sapere come raccogliere l’acqua, dove stiparla e come usarla per non buttare neppure una goccia nell’annaffiare le piante che devono crescere senza usare la terra". Caratteristica fondamentale del progetto è la digitalizzazione. "Solo se digitalizzato, il progetto si può replicare e rendere reale la speranza. Molte delle soluzioni sono già presenti. Ora si tratta di analizzarle e utilizzarle". Il progetto di Itaca, è finanziato da Wasp e Olfattiva. "Spero che altri si aggreghino", ha aggiunto Moretti che, nel frattempo sta portando avanti un altro importante progetto, 3D MED, insieme ad Amar, partner siriano, per la realizzazione di protesi stampate in 3d. "Il mercato della stampa digitale in 3D prevede una crescita del 100% all’anno per il prossimo decennio – conclude –. L’altro giorno abbiamo inviato la prima stampante in Giappone e già ne abbiamo fornite in Australia. Nonostante tutto questo continuo a definirci degli "smanettoni di campagna". Abbiamo iniziato partendo da piccoli numeri per crescere. Nel 2015 abbiamo presentato la stampante più grande del mondo che è stata anche il nostro fallimento più grande visto che non ne abbiamo venduta neanche una. Quella stampante però ci ha fatto conoscere nel mondo".

Monia Savioli