È il giorno di Dante, ma la festa è solo online

Si celebra il grande poeta, però il lockdown ha cambiato i programmi. E il nuovo museo? È pronto, aspetta solo i visitatori

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Lo aveva immaginato diverso Ravenna il suo primo DanteDì, il giorno dedicato al poeta italiano più famoso al mondo: Dante Alighieri. Aveva immaginato una città affollata di studiosi, appassionati, semplici curiosi, invece la pandemia ha costretto a cambi di rotta e di programmi radicali, ma la città non si arrende e celebra questo giorno speciale, in un anno ancora più speciale, con un ricco calendario di eventi on line.

Non solo, la città è pronta a continuare le sue celebrazioni per tutto il 2021 e per gli anni a venire. Anche il Museo Dante è pronto a mostrarsi con il suo nuovo allestimento: non manca niente, solo i visitatori, che arriveranno quando verranno meno le restrizioni imposte dal Covid. All’interno dei Chiostri Francescani di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, a pochi passi dalla Tomba del Poeta e accanto alla Biblioteca e al Centro dantesco dei frati minori conventuali, il Museo risale al 1921, quando fu allestito per volontà di Corrado Ricci in occasione del VI centenario.

All’inizio doveva essere il luogo dove raccogliere i cimeli danteschi: le targhe, gli oggetti donati da tutto il mondo per le celebrazioni del 1908 e del 1921. Oggi, dopo il riallestimento, è un luogo dove il visitatore, scopre Dante attraverso le sue opere, la vita, la fama e la memoria nel mondo. E dove viene accompagnato lungo un percorso immersivo ed emozionale, fatto di immagini e suoni, ma anche di storia e reperti. Il comitato scientifico che ha ideato il riallestimento è composto da Maurizio Tarantino, direttore della Biblioteca Classense, Domenico de Martino direttore artistico del festival ‘Dante 2021’ e Giuseppe Ledda, insigne dantista dell’Università di Bologna.

Le sale tematiche restituiscono il Poeta osservato da punti di vista diversi, partendo dalla vita, di cui poco o nulla sappiamo davvero, perché le notizie principali è lo stesso Dante a fornirle attraverso la sua opera. C’è uno studio che ripercorre l’evoluzione, nei secoli, del volto del Poeta, a partire dalla descrizione fatta da Boccaccio nel suo Trattatello in laude di Dante.

Pressoché immutata rispetto alle origini è la Sala di Montevideo, tra le più suggestive del Museo. Deve il suo nome al fatto che furono gli emigranti italiani di Montevideo e la Società italiana Dante Alighieri dell’Uruguay a pagare le spese per la decorazione pittorica. Alle pareti sono ancora appese le ghirlande donate in quell’occasione da associazioni italiane ed estere. Sono esposte anche l’omaggio in oro dei cittadini di Fiume nel 1921 e le medaglie commemorative coniate per il VI centenario della morte.

E poi ci sono i cimeli: la cassetta di legno che conservò le ossa di Dante per circa due secoli fino al ritrovamento nel 1865, e l’arca costruita appositamente per esporre i resti nello stesso anno. Ci sono poi le testimonianze della fama e della diffusione del culto di Dante in tutto il mondo. Di Dante esistono statue, quadri, oggetti tra i più disparati. La Commedia poi è stata tradotta in un centinaio di lingue, si è diffusa attraverso migliaia di edizioni popolari illustrate, commenti e riassunti, riduzioni cinematografiche e parodie televisive, album di figurine, giochi da tavolo, storie a fumetti e cartoni animati.

Infine ci sono le sale immersive per compiere un viaggio nelle tre cantiche della Commedia, tra suoni e immagini.Un’emozione a cui abbandonarsi alla fine del percorso.