Ravenna, 18 aprile 2011 - Tutta l’avventura del mosaico in una mostra, che sarà a Ravenna, nel complesso San Nicolò dal 20 maggio. Si chiama ‘Tamo’, è stata presentata alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia ed è promossa da Fondazione RavennAntica, dal Comune di Ravenna, dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia Romagna e dal Dipartimento di Archeologia dell’Università di Bologna.

"Ravenna, Venezia e Roma, indissolubilmente legate dall’arte musiva - spiega Elsa Signorino, presidente di Ravennantica - si uniscono idealmente all’interno di questa esposizione: Roma, con la ricca decorazione delle basiliche paleocristiane, Ravenna, con lo splendore dei mosaici giustinianei fino ad arrivare al trionfo del tardo bizantinismo di Venezia, ancora oggi massima sede di produzione dei materiali musivi esportati in tutto il mondo, nella continuità della grande tradizione culturale della vetreria bizantina".

L’esposizione permanente - allestita nella navata di San Nicolò - racconta la storia del mosaico attraverso sei sezioni o percorsi tematici tutte dedicate ai pavimenti in mosaico e alle superfici musive parietali; sono protagonisti e narratori: la luce, fantastica complice delle tessere musive; i contesti in cui i mosaici venivano utilizzati, come la domus, il palatium e l’ecclesia; le tecniche e gli strumenti per il mosaico, fra cui si segnalano in particolare i preziosi cartoni dell’Istituto d’arte per il Mosaico ravennate e il prestigioso prestito di storici calchi inediti provenienti dai Musei Vaticani, ed infine i materiali utilizzati per realizzare il mosaico.

In quest’ultima sezione - ricavata nell’abside di San Nicolò - saranno esposte le paste vitree dell’ottocentesca fornace Angelo Orsoni di Venezia, che da decenni eccelle a livello mondiale nella produzione di smalti in pasta vitrea per la realizzazione di mosaici policromi e a foglia d’oro.

Fra le opere originali esposte a Tamo, in particolare ci saranno mosaici provenienti dallo straordinario sito archeologico della Domus dei Tappeti di Pietra con ricchissima stratigrafia, fra cui, da segnalare, un intrigante ed inedito mosaico con originalissimo motivo geometrico rinvenuto in un edificio palaziale di V secolo; dal Palazzo di Ravenna, prima residenza imperiale di Onorio, poi di Teodorico e infine degli Esarchi, da cui proviene una porzione di opus sectile relativa all’aula absidata e alcuni mosaici del portico meridionale con scene di circo; dalla chiesa di San Severo, grande basilica nel territorio di Classe; oltre che dalla vicina città di Faenza, in particolare dalla domus augustea di Via Pasolini e dalla ricca residenza del V secolo rinvenuta in Via Dogana, da cui proviene il mosaico del vestibulum con il riquadro di scena di presentazione delle armi ad Achille e riquadri con rappresentazioni di soldati.