Bollette pazze a Ravenna: "Un disastro"

Come previsto, aumenti alle stelle. Nicola Musca dell’hotel Mattei: "Un anno fa di gas pagai 10.015 euro, quest’anno il conto è di 38.332"

Filippo Donati all’hotel Diana, con la bolletta del riscaldamento di dicembre

Filippo Donati all’hotel Diana, con la bolletta del riscaldamento di dicembre

Ravenna, 19 gennaio 2022 - Filippo Donati ha fatto il presidente locale e nazionale degli albergatori, di problemi ne ha affrontati tanti. Eppure, quando ha visto comparire in mail la bolletta energetica ha esitato ad aprirla. "Sì – spiega – ho esitato perché avevo il terrore di altri aumenti senza più ammortizzatori. E, infatti, nel mese di dicembre 2020 ho pagato 3.100 euro, ieri mi è arrivata la sorpresina: dicembre 2021 4.800 euro, e non è che abbia riempito le 32 camere del mio albergo. Anzi. Un aumento di 1.700 euro. Non abbiamo più margini. A fine mese arriverà il canone Rai, le rate dei mutui torneranno a pesare. Mi spaventa la lentezza del sistema politico nel farsi carico della situazione".  

In diversi albergatori matura così un’idea: trasformare i loro alberghi da annuali a stagionali. "Significherebbe stare chiusi nei mesi dove la forbice tra costi e incassi è più ampia. Non ha senso continuare ad abbassare il prezzo delle camere, lavoriamo in rimessa" conclude Donati.

Il ‘Mattei’ di stanze ne ha 124 e la bolletta ha fatto il ‘botto’. "Devo pagare 38.332 euro, quando un anno fa ne pagai 10.015 – spiega il titolare Nicola Musca –, il che significa 45 centesimi per kw consumato contro i 19 del dicembre 2020. Se poi proietto questi valori su base annuale, solo di energia dovrei spendere 400mila euro. Sono cifre assolutamente non più sostenibili e capisco chi propone di chiudere in novembre per riaprire a marzo. A queste condizioni chi può andare avanti?".

Luca Vitiello, col fratello Riccardo imprenditore portuale, armatore, socio nel terminal crociere, è titolare dell’Hotel Palazzo Bezzi, in via di Roma. "La bolletta è raddoppiata, con un aumento mensile di 2mila euro. Abbiamo la fortuna di avere un hotel costruito recentemente, con un impianto per riscaldamento e raffreddamento quasi nuovo, per cui i consumi sono più contenuti. Ciò non toglie che sia un costo raddoppiato, anche se per noi sopportabile nel contesto generale. L’Italia non ha una politica energetica. Guardiamo cos’hanno fatto col gas, lo importiamo quando potremmo estrarlo spendendo molto meno sia economicamente che ambientalmente".  

"Sicuramente, chi lavora fuori dall’Europa sta perdendo ordini e quote di mercato: in generale, non si riescono a ribaltare gli aumenti del costo dell’energia, quindi l’inflazione resta bassa ma la perdita di marginalità è molto pronunciata" avverte il presidente di Confindustria Romagna, Roberto Bozzi. Ciò impatta non solo sui settori energivori, come l’alimentare o la chimica, "ma anche sul comparto turistico, in cui le utenze schizzate alle stelle si sommano alle disdette dovute all’aumento dei contagi". Nessuna impresa romagnola per ora ha deciso di sospendere l’attività per il caro energia, "ma ora è urgente intervenire sia nell’immediato sia sul lungo periodo: da un lato lavorando sulla fiscalità, dall’altro aumentando la produzione domestica di gas naturale. Sono queste le nostre attese per l’incontro di oggi con il Ministro dello Sviluppo economico".

Non sta meglio l’agricoltura. Coldiretti segnala che l’impennata del costo del gas, utilizzato nel processo di produzione dei fertilizzanti, ha fatto schizzare verso l’alto i prezzi dei concimi, con l’urea passata da 350 euro a 850 euro a tonnellata (+143%), il fosfato biammonico dap raddoppiato da 350 a 700 euro a tonnellata, mentre prodotti di estrazione come il perfosfato minerale registrano +65%.