Caro bollette anche per le chiese, a Ravenna "si valuta di celebrare meno messe"

Alcuni parroci hanno lanciato l’allarme: ieri un incontro col vescovo e l’economo diocesano Don Ennio Rossi

Il duomo di Ravenna

Il duomo di Ravenna

Ravenna, 16 settembre 2022 - Meno funzioni, messe in cappelle di piccole dimensioni o eventualmente la soluzione a cui nessuno vuole arrivare: quella di chiedere ai fedeli di indossare qualcosa di più pesante, evitando di accendere il riscaldamento. Anche la Diocesi si ritrova a fare i conti con i rincari energetici in vista dell’inverno che sta arrivando. Riscaldare i grandi spazi delle chiese è costoso, e con gli aumenti nelle bollette rischia di diventare un vero e proprio salasso. Ieri mattina l’arcivescovo Lorenzo Ghizzoni ha partecipato a un incontro con il vicario generale Alberto Brunelli, l’economo diocesano don Ennio Rossi e i sacerdoti della città proprio per parlare di questo tema.

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"Il problema è molto serio – dice don Ennio Rossi –, ne stiamo discutendo e valutando cosa fare. Per adesso non abbiamo preso nessuna decisione, ma ci siamo posti il problema". Alcune proposte sono state avanzate, ma certo la soluzione del rebus non è facile. "Qualcuno ha suggerito di sostituire i vecchi impianti di riscaldamento delle chiese con sistemi più innovativi e meno dispersivi di calore – prosegue don Ennio Rossi – ma questo non risolve il problema nell’immediato, visti gli alti costi che avrebbero i lavori: non è certo qualcosa che si fa in due minuti. È stato anche proposto di diminuire le messe, togliendone qualcuna valutando di caso in caso: ad esempio farne una sola là dove prima se ne dicevano due. Oppure se nella chiesa c’è una cappellina più piccola si può celebrare la funzione lì se non c’è tanta gente, così da riscaldare solo quello spazio che è più piccolo. Il rischio è quello di dover arrivare a dire messa senza accendere il riscaldamento, chiedendo ai parrocchiano di venire in chiesa vestiti in modo più pesante".

Le bollette arrivate nel corso dell’estate, del resto, non lasciano presagire niente di buono. Alcuni sacerdoti hanno fatto due conti e lanciato l’allarme: "In certe parrocchie l’aumento è stato notevole – aggiunge don Ennio Rossi –. Ad esempio penso al Duomo di Ravenna o a Santa Maria in Porto, chiese molto grandi. I parroci hanno visto le bollette estive esorbitanti e pensato a quanto potranno alzarsi in prospettiva nei mesi in cui ci sarà più necessità di luce e gas".

Anche perché le bollette vengono pagate in autonomia da ogni parrocchia: "Ognuna deve trovare i fondi – prosegue don Ennio Rossi –. Organizzare delle raccolte fondi? Non penso che sia una soluzione adeguata: abbiamo già realtà come la Caritas o Santa Teresa che si occupano dei più bisognosi, le parrocchie cercano di fare il possibile per raccogliere fondi per loro. La beneficenza si fa per questo scopi, non per le bollette, e queste sono realtà che non abbiamo intenzione di dimenticare. Per i rincari energetici cercheremo un’altra risposta".

Per ora ciò che appare più probabile è il raggruppamento delle messe, con valutazioni fatte caso per caso, andando a ridurre le funzioni nelle chiese in cui ne vengono celebrate di più. Ma le possibili soluzioni sono diverse, tutte più o meno dolorose. Ciò che purtroppo appare già certo è che per tutti sarà un inverno lungo e freddo, in cui alla fine è probabile che saranno le bollette salate che verranno recapitate nei mesi invernali a dettare ’l’agenda’ del risparmio energetico.