Caro energia, Marcegaglia pensa a brevi stop della produzione

Il direttore Fiorini: " Molti nostri concorrenti sono già parzialmente fermi da qualche mese. Manterremo aperte le spedizioni"

Lavoratori alla Marcegaglia. Anche qui la crisi energetica sta presentando un conto salato

Lavoratori alla Marcegaglia. Anche qui la crisi energetica sta presentando un conto salato

Ravenna, 16 ottobre 2022 - La crisi energetica presenta il conto ed è sempre più salato per famiglie e imprese. Le bollette non risparmiano nessuno, dal fornaio alla grande industria. In attesa che a livello italiano ed europeo si adottino adeguate contromisure, le imprese puntano sul risparmio energetico, investono, ma quando le bollette sono nell’ordine delle centinaia di milioni a fine anno, scattano altri campanelli d’allarme che spingono a fermare – magari solo parzialmente – la produzione. È quanto sta accadendo alla Marcegaglia, nei grandi impianti di via Baiona. Qui arrivano bollette, com’è facile immaginare, con otto zeri.

"Lo stabilimento di Ravenna vale il 55% dei consumi energetici di tutto il Gruppo. Se sommiamo i costi dell’energia elettrica a quelli del gas, quest’anno andremo a pagare una bolletta nell’ordine di un aumento di 6-7 volte rispetto al 2020. Un trend impressionante – spiega Aldo Fiorini, direttore dello stabilimento Marcegaglia Ravenna – motivo per cui ci stiamo organizzando con diverse attività e investimenti per ridurne l’impatto".

Lo stabilimento ravennate è dotato di due impianti di autoproduzione di energia elettrica: uno di cogenerazione ad alta efficienza e il fotovoltaico sulle coperture dei capannoni. "L’impianto di cogenerazione, che è partito verso la fine dello scorso mese di agosto, permette di produrre 35 Mwh di energia elettrica, pari al 67% del fabbisogno dello stabilimento" aggiunge Fiorini.

"Poi abbiamo messo in campo altri interventi: dai recuperi dei cascami termici degli impianti di ricottura, al recupero termico degli impianti di movimentazione delle merci pesanti. E stiamo installando motori di nuova generazione a risparmio energetico". Da una parte ci sono gli investimenti, dall’altro il ‘mercato’. "Non credo di dover sottolineare io – dice Fiorini – che il momento è critico: i segnali di un rallentamento dell’economia europea che certo dipende da tanti fattori, inclusa l’energia, sono evidenti, come è evidente che siamo in una situazione di contrazione degli ordini. Molti nostri concorrenti sono già parzialmente fermi da qualche mese e non è escluso che anche noi non si decida di fermare la produzione, magari per qualche giorno, mantenendo aperte le spedizioni. Vediamo, ripeto, il momento è critico".

La Marcegaglia fa parte del gruppo di industrie grandi consumatrici di energia, che hanno deciso di unire le forze per contribuire efficacemente alla transizione energetica accelerando la decarbonizzazione: è questo l’obiettivo dei principali player industriali presenti nelle aree di Ravenna e di Ferrara, che hanno sottoscritto l’accordo per un progetto Carbon Capture and Storage (CCS) orientato alla massimizzazione delle sinergie tra le parti e con il territorio. Si tratta della prima iniziativa del genere in Italia. Le industrie - oltre a Marcegaglia anche Cabot, Herambiente, Polynt, Versalis Eni, Yara, con Eni e Snam partner tecnici - coopereranno per raggiungere l’obiettivo di decarbonizzare le aree nelle quali operano. Intanto, però, ci sono centinaia di milioni di euro di bollette da pagare.

lo. tazz.