Cmc Ravenna, richiesta di concordato preventivo con riserva

La nota del Cda del colosso delle costruzioni. Cresce l'ansia per i due dipendenti bloccati in Kuwait

La sede della Cmc in via Trieste (foto Zani)

La sede della Cmc in via Trieste (foto Zani)

Ravenna, 2 dicembre 2018 - “Il percorso più efficace per porre in sicurezza il patrimonio della società e tutelare, in tal modo, tutti i portatori di interessi” è richiedere l'ammissione della Cmc Ravenna alla procedura di concordato preventivo “con riserva”.

AGGIORNAMENTO Cmc Ravenna, richiesta di concordato. "Risaniamo per evitare il fallimento"

E' lo stesso colosso delle costruzioni che ha sede a Ravenna ad annunciarlo, tramite una nota del consiglio di amministrazione. La cooperativa muratori e cementisti ritiene, si legge che “nell'attuale frangente di tensione finanziaria di cassa l'accesso al concordato con riserva” sia l'unica strada percorribile. Il gruppo aveva annunciato il 9 novembre scorso che non sarebbe stata pagata la rata dei bond in scadenza al 15 novembre. L'annuncio era arrivato dopo che a metà ottobre la cooperativa aveva comunicato il protrarsi del ritardo nell'incasso di sei pagamenti, per un controvalore di 108,3 milioni di euro al quale era seguito un crollo dei titoli di Cmc quotati in Lussemburgo.

Sono giorni molto difficili alla Cmc: alla difficoltà di cassa, infatti, si aggiunge che una settimana due dipendenti sono bloccati in Kuwait. Sono il cesenate Andrea Urciuoli e il portoghese Ricardo Pinela. Urciuoli è il responsabile amministrativo. I due erano accusati di aver danneggiato macchinari di proprietà delle ditte a cui erano stati subappaltati i lavori. Accuse che loro respingono. Portati nelle camere di sicurezza della polizia locale, dopo 10 ore erano stati rilasciati. Ora stanno aspettando l'ok per il rimpatrio, ma il cesenate ha raccontato al Carlino di avere ricevuto nuove minacce. "Domenica sarete ri-arrestati", è il messaggio whatsapp che hanno ricevuto poche ore fa. 

Cmc "farà tutto il necessario perché i due dipendenti possano tornare in Italia nel più breve tempo possibile", assicura la cooperativa che "esprime un profondo ringraziamento a tutte le autorità che si sono immediatamente rese disponibili nei confronti delle famiglie dei due dipendenti e della società, e che oggi sono costantemente e attivamente impegnate per la rapida risoluzione della vicenda. Si ringraziano in particolare la presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero degli Esteri, il Ministero dello Sviluppo Economico e l'ambasciatore italiano in Kuwait, Giuseppe Scognamiglio".