Gapar Ravenna, un crac milionario: "Auto nuove e villa a Cuba, così l’hanno dissanguata"

Sentiti i primi testimoni al processo per bancarotta fraudolenta per il fallimento dell’ex spa di prodotti alimentari di Fornace Zarattini

Gapar, un crac milionario  "Auto nuove e villa a Cuba  Così l’hanno dissanguata"

Gapar, un crac milionario "Auto nuove e villa a Cuba Così l’hanno dissanguata"

Ravenna, 18 aprile 2023 – Auto di lusso e una villa a Cuba. Così i nuovi amministratori della Gapar, dichiarata fallita nel 2015, in pochi mesi ne avrebbero distratto parte del patrimonio, portando alla totale inoperatività la storica spa di Fornace Zarattini, un tempo attiva nella grande distribuzione di prodotti alimentari e affondata da un crac di 18 milioni di euro. Ieri, davanti al tribunale collegiale, sono stati sentiti i primi testimoni nel processo che vede accusati di bancarotta fraudolenta cinque imputati. Altre figure in precedenza coinvolte avevano scelto la strada del patteggiamento, mentre era stato assolto il ravennate Luca Massaro, che era a capo dell’impresa quando le quote furono cedute a un gruppo di modenesi guidati dal carpigiano David Mazzocchi. È soprattutto a seguito di questo avvicendamento che la Gapar sarebbe andata in malora, attraverso una "sistematica opera spoliazione", come ha scritto il Gip nella sua ordinanza.

Le indagini della Finanza furono appunto innescate da un esposto presentato il 12 maggio 2015 da alcuni soci di minoranza. Tra questi Valmero Fabbri, sentito ieri in aula: "Mi ero già dimesso da vicepresidente nell’autunno 2013, avevo necessità di vendere azioni e iniziavo a vedere cose un po’ strane. Non appena arrivato, Mazzocchi dopo tre giorni comprò tre auto nuove per 150 o 180 mila euro, intestate alla Gapar, forse le usava lui, forse il nipote. I clienti glielo facevano notare: avete auto nuove, ma è meglio che ci diate i soldi“. Mazzocchi passava dagli uffici e si dice che “andava a raschiare i cassetti dove si trovavano dei soldi“. Portavano via anche quello che non c’era. E con quei soldi si è fatto una villa a Cuba, dicendo che andava a lavorare per noi“". Nell’esposto, ha aggiunto il teste, si fa però riferimento anche al fatto che già dal 2011 bilanci, relazioni e comunicazioni non rispondevano al vero, si parla di falsa rappresentazione della situazione economica e di una sospetta distrazione dei beni aziendali per vantaggi privati.

Silvia Fabbri, dipendente dell’ufficio acquisti e figlia del primo, autodefinitasi ’memoria storica’ per aver lavorato in Gapar dal ’98 al giugno 2015, quando si dimise, ha restituito questo spaccato: "Nel giugno 2014 ci furono due settimane di ordinativi eccezionali. Ci chiedevano di caricare a più non posso il magazzino, acquisti di beni deperibili per un sacco di milioni di euro, in particolare salumi. Spendemmo 700mila euro in più rispetto al solito. A un certo punto arrivò un ordine contrario: liquidare tutto e svendere il più possibile, anche al 50%. Mazzocchi? Mi fu presentato da Massaro, assieme ad altri, come coloro che dovevano le azioni. Poi, quando lo cercavi, lui era a Cuba. Il suo vice, in Romania.