Prove d’intesa tra banche e imprese

Il confronto tra i due ‘mondi’ in un convegno organizzato da Qn-Carlino e Bper (FOTO)

I protagonisti del  confronto organizzato da Qn-il Resto del Carlino e Banca popolare dell’Emilia Romagna

I protagonisti del confronto organizzato da Qn-il Resto del Carlino e Banca popolare dell’Emilia Romagna

Ravenna, 19 febbraio 2015 - Prove d’intesa tra banche e mondo imprenditoriale (FOTO). QN, Il Resto del Carlino e Banca popolare dell’Emilia Romagna hanno messo a confronto alcuni dei più rappresentativi imprenditori ravennati con il vertice bancario grazie al convegno “L’economia locale: come creare valore per il territorio. Banca e impresa: rapporto da consolidare”.

Il risultato di oltre due ore di dibattito, condotto dal responsabile della redazione ravennate del Carlino, Andrea Degidi, è che i due ‘mondi’ hanno serie intenzioni di dialogare, perché i segnali di ripresa si fanno sempre più convincenti.

Le iniziative per i 130 anni del Carlino (come ricordato dal vice direttore del giornale, Beppe Boni) si aprono, quindi, nel migliore dei modi. Il direttore generale di Bper, Fabrizio Togni, ha ricordato l’elevata presenza di liquidità nel sistema bancario, pronto a erogarla a tassi contenuti.

A condizione però che siano rispettati i parametri imposti dalla Bce. “Potremmo essere a un punto di svolta - sottolinea Togni – perché le aziende sanno che devono agire”. Il sindaco Matteucci però avverte: “La nostra economia è entrata in crisi più tardi rispetto al trend nazionale e non si intravvedono ancora segnali locali di inversione di rotta”.

Per Giorgio Bertozzi, membro del comitato di presidenza di Confindustria, è necessario sostenere “il vasto tessuto di Pmi che caratterizza il nostro territorio. Aziende che operano con autofinanziamento o con linee di credito a breve termine. Noi dobbiamo rendere i bilanci aziendali di chiara lettura, ma agli istituti di credito chiediamo altrettanta trasparenza nei contratti e nelle condizioni bancarie”. Quanto pesa la burocrazia sulla crescita delle imprese, da 1 a 10? “Dieci” risponde Bertozzi.

Il vice presidente della Camera di commercio di Ravenna (nella vita professionale direttore provinciale di Confcommercio) Giorgio Guberti, aggiunge che “la vera palla al piede è il peso del fisco, che influisce negativamente sul prodotto interno lordo”. Anche quest’anno, pur in presenza di un taglio dei fondi, la Camera di commercio erogherà 1,2 milioni di euro al Confidi.

Gianluigi Bambini, ad di Bambini srl, auspica un sistema bancario più rapido nelle decisioni. La sua azienda opera in Italia e all’estero nel settore offshore: “Operiamo in un mercato nel quale occorre fare in fretta – spiega – e, quindi, da un istituto di credito è meglio avere una risposta rapida anche se negativa anziché una positiva in tempi lunghi, perché nell’attesa andiamo fuori mercato”.

“Se a un’azienda non è permesso di investire – commenta il responsabile finanziario del Gruppo Villa Maria, Fabio Pezzani – esce dal mercato. Oggi vi è un vento nuovo: i soldi tornano a circolare a tassi bassi. Ora si può tornare a investire. Il credito selettivo è giusto, ma occorre più velocità nell’erogazione”.

Per Giovanni Tampieri, ad di Tampieri Financial Group, “banche e imprese devono stare sedute dalla stessa parte. Noi dobbiamo spiegare gli obiettivi che vogliamo raggiungere e gli istituti di credito devono risponderci velocemente. Anche gli imprenditori devono fare un esame di coscienza e puntare maggiormente sulla capitalizzazione e l’autofinanziamento”.

Silvio Bartolotti, ad di Micoperi, delinea la possibilità che le banche “entrino in azienda, siedano in consiglio di amministrazione senza ruoli di responsabilità, ma per capire come si muove l’impresa. Molto meglio di un business plan… L’ho scritto anche al presidente del Consiglio, Matteo Renzi: ‘Mettiamo in condizione le aziende che hanno delocalizzato all’estero, di rientrare in Italia. Così potremo rifare grande il nostro Paese”.