Rigassificatore Ravenna, è ufficiale: si farà

L'impianto nascerà entro 12 mesi ed è pensato per accogliere (anche) il gas naturale liquefatto che arriverà dagli Usa

Un rigassificatore come quello che nascerà al largo di Ravenna

Un rigassificatore come quello che nascerà al largo di Ravenna

Ravenna, 4 maggio 2022 - Il progetto per portare un rigassificatore al largo di Ravenna diventa realtà: dopo la candidatuira ufficiale avanzata dal presidente della Regione Stefano Bonaccini, che è anche commissario straordinario al progetto, stamattina l'incontrpo definitivo con il ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani, in via Aldo Moro a Bologna. Cingolani ha "definito strategico per raggiungere l’obiettivo di autonomia energetica fissato dal Governo, e che si è impegnato a dare priorità a quello del parco eolico e del fotovoltaico", riassume la Regione che si prepara a ospitare uno dei due hub nazionale per il gas. Una meta fondamentale per dare risposte immediate contro il caro bollette e soprattutto pensare già al ritorno del freddo del prossimo autunno.

LA SCHEDA / 

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Rigassificatore, che cos'è e come funziona

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Perché a Ravenna

Il porto di Ravenna è stato scelto perché dotato di infrastrutture a mare per l’ormeggio di navi che trasportano gas liquefatto, lo stoccaggio e la sua rigassificazione, e del collegamento a terra per l’immissione nella rete di distribuzione italiana agli utenti finali: cittadini, famiglie e imprese. 

I tempi

A Ravenna esiste già un terminale marino e questo permette tempi di attivazione della piattaforma di stoccaggio e rigassificazione inferiori ai 12 mesi, rispetto ai tre anni altrimenti necessari per la costruzione di una nuova struttura altrove. Inoltre, il progetto prevede il gioco di squadra fra Governo, Regione Emilia-Romagna, Comune di Ravenna, Autorità portuale e l’intero comparto ravennate, assieme a Snam, che gestisce la rete di distribuzione del gas, e Saipem.

Il progetto si svilupperebbe quindi attorno all'ormeggio esistente, oggi in concessione al gruppo privato Pir, in un distretto completamente vocato all’energia, in grado di gestire al meglio le verifiche e le implementazioni necessarie, oltre agli investimenti che serviranno. L’obiettivo è quello di avere una unità di stoccaggio e rigassificazione attrezzata a ricevere navi Gnl del maggior numero di classi possibile attualmente in navigazione, per contribuire in maniera decisiva alla capacità di ricezione e lavorazione di gas liquido che il Governo sta reperendo all’estero in alternativa a quello russo.

Perché sono necessari nuovi rigassificatori

L’accordo Usa-Europa per le nuove forniture di gas naturale liquefatto (15 miliardi di metri cubi in più subito e 50 in più dal 2030) rende necessario potenziare il sistema continentale dei rigassificatori. Attualmente, il modo più flessibile e di minor costo per sfruttare la nuova disponibilità di Gnl è impiegare unità galleggianti ancorate in prossimità dei porti. Quello di Ravenna è nelle condizioni di farlo nel tratto di mare prospicente, e quindi non direttamente in porto. Possibilità ritenuta fra le più efficaci.

Come funziona un rigassificatore

Il gas, dopo l’estrazione e l’eliminazione delle impurità, viene raffreddato fino a -162°C. A questa temperatura si trasforma in liquido, riducendo di 600 volte il proprio volume. Allo stato liquido può essere facilmente immesso nelle navi metaniere e trasportato per lunghe distanze fino alle navi rigassificatrici ancorate al largo, dove torna allo stato gassoso e viene poi immesso nella rete nazionale.

La soddisfazione dei partecipanti

“Il soddisfacimento del fabbisogno energetico nazionale, nell’ambito dell’emergenza internazionale in corso, e il sostegno immediato a famiglie, aziende e filiere industriali alle prese con un caro bollette senza precedenti è una priorità assoluta e l’Emilia-Romagna intende fare la sua parte, al servizio del Paese - afferma il presidente Bonaccini -. Così come vogliamo metterci alla testa dell’accelerazione della transizione ecologica ed energetica, realizzando quegli investimenti pubblici e privati per le rinnovabili che sole possono assicurare all’Italia maggiore autonomia, autosufficienza e sostenibilità”.

“Oggi abbiamo parlato di futuro come mai in precedenza – le parole del ministro Cingolani -. Il progetto per realizzare un hub nazionale del gas è all’attenzione del ministero e del Governo come prioritario e strategico, funzionale all’obiettivo di raggiungere l’autonomia energetica del Paese in un prossimo futuro. Con il presidente Bonaccini e le strutture della Regione abbiamo condiviso le finalità e le modalità di lavoro che la Regione sta portando avanti in questi mesi. Abbiamo mostrato una volontà comune di arrivare a una soluzione positiva nel minor tempo possibile”.

“L’incontro è stato estremamente positivo – ha commentato il sindaco di Ravenna, Michele de Pascale – finalmente dopo molti anni ho avuto la percezione che il Governo inizi a rendersi conto dell’enorme potenziale e know-how presente a Ravenna in termini di sicurezza e transizione energetica. La grave crisi energetica che si è aperta e la necessità di implementare le quote di gnl con nuove capacità di rigassificazione, ha portato obbligatoriamente il Governo italiano a guardare all’hub di Ravenna come una possibile localizzazione, ma grazie all’incontro promosso dal presidente Bonaccini, siamo riusciti ad affrontare in maniera complessiva le quattro proposte sull’energia che ho lanciato qualche giorno fa. Rilancio della produzione nazionale in alto adriatico, collocazione di un Fsru, parco eolico/solare da 700 mw, Ccus. Quindi è massima la disponibilità di Ravenna".