Meteo, caldo e albicocchi in fiore a Ravenna. Agricoltori preoccupati

Coldiretti chiede alle compagnie assicurative di aprire campagne contro gelate tardive, brina, pioggia e vento forte

Nicola Grementieri mostra i primi albicocchi in collina.

Nicola Grementieri mostra i primi albicocchi in collina.

Ravenna, 4 febbraio 2020 – Il caldo dei giorni scorsi con temperature anche sopra i 20 gradi, ben oltre la media stagionale, ha fatto fiorire i primi albicocchi in collina. La finta primavera che ha ‘colpito’ in particolare le aree collinari del Faentino, preoccupa non poco gli agricoltori.

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“Il clima sta mettendo in difficoltà la natura – afferma Nicola Grementieri, frutticoltore di Casola Valsenio e presidente Coldiretti per il Comprensorio dell'Alto Faentino –. Con gli albicocchi già fioriti e il rischio di una brusca inversione termica da qui a pochi giorni, temiamo seriamente per la salute delle piante e quindi anche per ciò che sarà dei nostri raccolti e del nostro reddito”.

“Il preventivato arrivo di un flusso di aria fredda e instabile, associato ai venti forti che già in queste ore stanno interessando le zone collinari – afferma Coldiretti Ravenna – potrebbe infatti innescare gelate notturne con un inevitabile choc termico per le piante tale da provocare ingenti danni”. Davanti a questa evidente tropicalizzazione del clima, con temperature ben oltre la media stagionale e scenari primaverili che in un battito di ciglia possono essere spazzati via da un prepotente ritorno dell’inverno, a rimetterci sono in primis gli imprenditori agricoli. Il clima pazzo, infatti, è in grado di azzerare in pochi attimi gli sforzi degli agricoltori con perdita della produzione e costi supplementari da sostenere per riseminare e ripiantare.

“Riteniamo quindi necessario – conclude Coldiretti – sollecitare, ancora una volta, le compagnie assicurative affinché aprano la campagna assicurativa contro gelate tardive, brina, pioggia e vento forte. Questi tentennamenti, tanto più che è previsto che debbano trascorrere 13 giorni tra la firma dell’assicurazione e l’effettiva copertura assicurativa delle colture, non sono più tollerabili”.