Ravenna, 12 luglio 2011 - LA MOSSA, due colpi d’anca e via la gonna. Sorriso splendente, gambe flessuose, tacco 12, e via anche il bustino. E al momento giusto se ne va anche il reggiseno, magari in una maxicoppa di champagne, come ci insegna Dita Von Teese. E’ l’estate del new burlesque, il ritorno prepotente di uno strip ironico che ha conquistato gli italiani... ma soprattutto le italiane. «Ho conosciuto un sacco di donne, fidanzate, sposate, mamme, che nella vita sono assolutamente tranquillissime ma poi si scatenano», rivela la giornalista romana Lorenza Fruci, autrice del libro ‘Burlesque. Quando lo spettacolo diventa seduzione’, una ricerca fra storia e attualità. Lo presenterà stasera alle 21.30 al Bagno Wave di Punta Marina per la rassegna di ‘Chiacchiere private’ condotta da Franco Trentalance, (nel tondo) noto attore hard: e non potrà mancare anche un momento burlesque dal vivo con la bellissima Fiamma Monti (nella foto a sinistra).

Lorenza, come spieghi questa ‘burlesque - mania’?
«Sicuramente è stato importante il ritorno di una moda vintage. Ma io credo che per le donne sia soprattutto un modo per ritrovare una femminilità che negli ultimi anni è stata mortificata da mille impegni».

E’ anche una risposta alla pornografia?
«Certo. E’ l’antitesi della donna aggressiva degli anni ‘80. Il burlesque propone un immaginario più soft, più femminile, e credo che questo piaccia sia alla donna che all’uomo. Il burlesque era morto a causa della pornografia, ed è rinato quando il porno è finito».

D’accordo, ma quanto conta l’aspetto fisico?
«Può sembrare un paradosso, il burlesque punta più sul carisma e sulla personalità che sulla fisicità. E’ vero comunque che, se Vogue ha ‘sdoganato’ le donne con qualche curva in più, forse si deve anche al burlesque».

Ma chi è che fa burlesque?
«Ci sono donne assolutamente normali che vogliono mettersi in gioco e magari indossare capi più femminili, bustini o autoreggenti. Ci sono invece coloro che lo fanno di mestiere, come performer. E poi ci sono perfino coppie che si avvicinano al burlesque: nell’immaginario maschile tutti vorrebbero una donna sensuale e ironica».

C’è un punto oltre il quale il burlesque diventa ridicolo?
«Sì, esistono dei limiti. Innanzitutto, l’inesperienza e la poca presenza scenica: per fare burlesque bisogna saper stare sul palco. E poi la volgarità: quando gli spettacoli perdono l’ironia, puntano troppo sul sesso e sullo strip, allora è finita».

Di’ la verità: anche tu fai burlesque?
«No, ma per scrivere il libro ho preso qualche lezione. Siccome però nel burlesque c’è anche la figura del presentatore, a me piace condurre spettacoli. E mi diverto sempre».