RavennaE' morto Gian Vittorio Baldi: «Nostro padre poeta e visionario, nel grande cinema come nel vino»

E' morto Gian Vittorio Baldi: «Nostro padre poeta e visionario, nel grande cinema come nel vino»

A 84 anni si è spento a Faenza il regista

Baldi mostra una sua foto con Roberto Rossellini (foto Luca Di Giorgio)

Baldi mostra una sua foto con Roberto Rossellini (foto Luca Di Giorgio)

Faenza (Ravenna), 25 marzo 2015 - Si è spento a Faenza, lunedì all’età di 84 anni, Gian Vittorio Baldi regista e produttore cinematografico, pluripremiato cineasta, ma anche creatore di vini straordinari come i Ronchi di Castelluccio, il primo a immaginare e a creare vini di altissima qualità nelle terre di Romagna.

Nato a Bologna nel ’30, Baldi regista e produttore già affermato, arrivò in Romagna a metà degli anni Settanta, lasciando la Roma della ‘Grande bellezza’ per rifugiarsi sulle colline di Brisighella. «Noi Baldi siamo bolognesi, e un po’ romani, ma mio padre aveva scoperto che la famiglia era di origine brisighellese – racconta il figlio maggiore Gian Luca – e su queste colline aveva girato il suo film più bello ‘Ultimo giorno di scuola prima di Natale’, per questo quando ha deciso di lasciare Roma si è rifugiato qua. Cercava forse una nuova armonia nella terra dei suoi avi e l’incontro fra la terra e un visionario hanno creato i Ronchi del Castelluccio». Vini straordinari, creati da un uomo di cinema trapiantato in Romagna, dove in quegli anni si produceva vino in quantità, ma nessuno pensava a vini di qualità. Eppure un Ronco del Castelluccio è stato servito al Quirinale ai coniugi Gorbaciov.

«Nostro padre era un poeta, un visionario e la cifra che legava le sue attività era la poesia: nel cinema, come nella pittura, negli scritti e nel vino. Un poeta con un grande amore per l’umanità». Autore, regista di documentari, film, allievo di Roberto Rossellini, produttore, anche di Pier Paolo Pasolini, Robert Bresson, vincitore con due cortometraggi di due Leoni d’Oro a Venezia, più recentemente aveva girato Zen a Palermo e poi nei primi anni Novanta ‘Nevrijeme Il Temporale’ un film visionario a Sarajevo all’epoca sotto assedio. «Vivo il cinema come una scelta di impegno civile – affermò in un’intervista di quegli anni – utopicamente come un mezzo per cambiare l’uomo e il mio Paese. Credo che ognuno abbia il dovere di vivere nel proprio tempo e portare il proprio contributo di chiarezza e di amore alla causa della pace e del progresso». «Un innovatore – ricorda Gian Matteo Baldi – un uomo che viveva e vedeva avanti, oltre il tempo. Un grande maestro per noi, e chi ha avuto la fortuna di lavorare con lui ha imparato moltissimo».

Ottantenne ha girato un ultimo film ‘Il cielo sopra di me’, in una zona perduta, quasi irraggiungibile del Brasile. E non hai mai smesso di dedicarsi ai giovani e alla loro formazione. Dopo l’esperienza di Hypermedia, università delle scienze multimediali a Faenza, a Bologna ha creato l’International Filmmaking Academy, con l’appoggio dell’università di Bologna dove per anni aveva insegnato filmologia. Lascia quattro figli Gian Luca, Gian Matteo, Gian Guido e Gian Tommaso. I funerali si svolgono lunedì prossimo, alle 10.30, a Brisighella nella Pieve di Tho.