Riccardo Muti al Ravenna Festival, sulle vie dell’amicizia

Stasera il concerto al Pavaglione di Lugo: un gemellaggio con l’Armenia

Il maestro Riccardo Muti, 79 anni

Il maestro Riccardo Muti, 79 anni

Ravenna 1 luglio 2021 - Il Ravenna Festival incontra l’Armenia. E lo fa col suo più grande maestro. Questa sera, alle 21.30 al Pavaglione di Lugo, la rassegna accoglierà l’Armenian State Chamber Choir, che si unirà all’Orchestra Giovanile 'Luigi Cherubini' per il concerto Le vie dell’Amicizia diretto da Riccardo Muti . E non finisce qua perché, dopo l’esibizione di stasera, artisti italiani e armeni voleranno a Erevan, la capitale dell’Armenia, per salire insieme sullo stesso palcoscenico, sempre con la guida di Muti, domenica, vent’anni dopo il primo concerto dell’Amicizia.

Così il Festival, ancora una volta preda di quella "dolce ansietà d’Oriente" che nel corso degli anni ne ha guidato lo sguardo su deserti, sacre vette, rotte antichissime, onora la sofferta spiritualità e la drammatica storia del popolo armeno con un programma che, apertosi con l’Incompiuta di Schubert, prosegue sulle pagine sacre di Haydn (il Te Deum ), Mozart (il Kyrie in re minore K. 341 ) e di nuovo Schubert, con la Messa n. 2 in sol maggiore D. 167 . Le voci soliste saranno quelle del tenore Giovanni Sala e degli armeni Nina Minasyan e Gurgen Baveyan , rispettivamente soprano e baritono. Il coro è preparato da Robert Mlkeyan , mentre Davide Cavalli sarà all’organo. "

Le vie dell’Amicizia – commenta il sindaco di Ravenna, Michele De Pascale – sono l’incarnazione più profonda dello spirito di Ravenna Festival che, edizione dopo edizione ci ricorda come la musica, lingua universale che unisce i popoli senza bisogno di parole, sia un potentissimo strumento di relazione". Nel 2001, il Festival aveva scelto Erevan come destinazione delle ’Vie dell’Amicizia’, in occasione delle celebrazioni per i 1.700 anni dalla proclamazione del Cristianesimo come religione dello stato armeno (primo Paese ad adottarlo). Al tempo, era il quinto appuntamento di un progetto lanciato nel 1997 con il primo storico concerto a Sarajevo.

Da allora, è sempre Muti a salire sul podio di orchestre e cori italiani, ai quali, in ogni occasione, si sono uniti musicisti delle città meta del viaggio. Indimenticabili i concerti a Beirut, Gerusalemme, Mosca, New York dopo l’11 settembre, Nairobi, Redipuglia, Teheran, Kiev e, nel 2020, al Parco archeologico di Paestum, gemellato con il sito di Palmira, per ricordare il popolo siriano. Vent’anni fa, il programma che aveva unito italiani e armeni era stato interamente verdiano. Questa volta, l’impeto celebrativo che pervade il Te Deum haydniano sembra riassumere lo sguardo fiducioso verso il futuro dei concerti dell’Amicizia. Quella speranza che trova espressione compiuta nella musica sacra e che risuona, appunto, nella religiosità serena e razionale di Haydn. Ma anche nella scrittura densa di sfumature cromatiche del Kyrie di Mozart e nella Messa del giovane Schubert, scritta – si dice – in soli sei giorni. L’Armenian State Chamber Choir è stato fondato nel 2000 ed è affidato alla direzione artistica di Robert Mlkeyan. Composto di 32 voci, ha come missione principale l’esecuzione di capolavori dei compositori armeni, come Komitas Vardapet, Tigran Mansurian, David Halajian ed Edward Hayrapetian. Oltre a concerti e tournée anche in Europa, l’Armenian choir partecipa a progetti sociali ed educativi nelle aree rurali dell’Armenia, con lo scopo di introdurre un pubblico più vasto alla cultura corale.

Info: l’evento è stato realizzato grazie al sostegno della Cassa di Ravenna e della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna. Il concerto, già sold out, sarà in diretta su Rai Radio 3 e verrà poitrasmesso anche da Rai1.