"Chi come me ama il Ravenna viene cacciato"

Lo sfogo di Serpini: "A me hanno dato calci nel sedere, mentre chi non vuole bene a questa maglia è ancora lì". Parla di Grammatica?

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"Io mi sono preso i calci nel sedere, ma volevo bene al Ravenna, ve lo assicuro. Mentre c’è della gente che non vuole il bene del Ravenna, ma è ancora lì. E questo mi scoccia parecchio". Non le ha mandate a dire Cristian Serpini, ex tecnico del Ravenna, l’altra sera al tradizionale forum settimanale organizzato dalla pagina facebook Indipendente Sportivo. Senza rancore, ma con grande fermezza, il tecnico di Castelfranco Emilia – che ora è sul mercato e potrà sedersi su un’altra panchina – ha affidato al web il proprio pensiero: "Dalla serie A alla Terza categoria ci sono piazze in cui, chi lavora bene, ottiene risultati a prescindere; mentre ci sono piazze in cui è più difficile. Chi vuol bene al Ravenna, deve far sì che questa situazione accada. Ovvero, che si crei un ‘contorno’ fra tifosi, società, allenatore e giocatori. Chi non vuol bene al Ravenna, vada via a calci nel sedere. Peccato che sia stato io l’unico a prenderli". Per tutta la giornata di ieri, le parole di Serpini hanno tenuto alto il dibattito negli ambienti giallorossi sul web, soprattutto per capire a chi fosse destinato il messaggio in bottiglia: "Non sono certamente Alessandro Brunelli e Claudia Zignani – ha spiegato Serpini, raggiunto telefonicamente in serata – del resto, la società si è comportata in maniera perfetta". Restano dunque i giocatori e il ds Grammatica. Tra l’altro, proprio domenica sera, nel post partita del clamoroso ko interno contro il Mezzolara, il ds Grammatica si era lasciato sfuggire una importante valutazione di merito: "Serpini aveva detto di avere la squadra più forte del campionato; Gadda ha parlato di valori importanti. Io invece sono stato un po’ più dubbioso, perché, già nel precampionato, avevo visto qualche crepa che poi, purtroppo, si è allargata". Dichiarazioni che, alla luce del pensiero di Serpini uscito dai microfoni di Indipendente Sportivo, appaiono un po’ più chiare nello scambio di vedute con Grammatica. "Chi vuol bene al Ravenna – ha aggiunto ieri Serpini – deve fare scudo. La società è del presidente e dei tifosi. Tutti gli altri sono di passaggio. Sono stato accusato di non essere entrato nelle vene dei giocatori. Non condivido questa valutazione. Mi sono sempre messo in discussione è ho ammesso i miei errori sulla valutazione di certi giocatori che ho voluto io (Carrasco, nda), ma non è che avessi una Ferrari da guidare. Fino all’ultimo ho protetto il lavoro di Grammatica, mettendoci la faccia, come dopo il ko contro la Sammaurese, assumendomi tutte le colpe. Io comunque ribadisco che questo Ravenna, con 2 difensori, un centrocampista e un attaccante, ovvero le operazioni che avevamo in animo di fare al mercato, resta da primi 2 posti".