Enrico Buonocore "Gadda è l’uomo giusto Il mio cuore a Ravenna"

Nove promozioni da giocatore, 52 anni, assieme all’attuale tecnico giallorosso fece sognare i tifosi nell’anno della B. Oggi allena nella sua Ischia.

Enrico Buonocore  "Gadda è l’uomo giusto  Il mio cuore a Ravenna"

Enrico Buonocore "Gadda è l’uomo giusto Il mio cuore a Ravenna"

di Roberto Romin

Dopo nove promozioni ottenute da giocatore, Enrico Buonocore – 52 anni, ischitano di origine, ravennate d’adozione – ha festeggiato la ‘prima’ da allenatore, vincendo il campionato di Eccellenza campana con l’Ischia. Con 157 presenze in maglia ravennate, e con 3 campionati vinti (fra cui i 2 approdi in serie B), Buonocore – che nel 2010 ha vinto pure col Forlì il campionato di Eccellenza – è uno degli alfieri più amati dagli sportivi giallorossi.

Buonocore, domenica c’è il derby al Morgagni. Chi vincerà e per chi farà il tifo?

"Dire chi vincerà, è difficilissimo. Più facile dire per chi batte il mio cuore. D’altronde, ho 52 anni, e 30 li ho vissuti a Ravenna...".

Con Massimo Gadda, attuale tecnico giallorosso, avete scritto la storia del Ravenna più forte di sempre, 8° in B nel ’97.

"Tutto sommato, Massimo sta facendo bene. È un bravo allenatore, si dedica alla squadra 24 ore al giorno. Conosce la categoria e il girone. Insomma, è la persona giusta, anche per le doti umane che riesce a trasmettere. Bisognerebbe ripartire da lui per dare continuità e per vederlo al lavoro da inizio stagione".

Emozioni e sensazioni dopo la promozione del suo Ischia, avvenuta la settimana scorsa con una giornata di anticipo?

"Una felicità incredibile. Non eravamo i favoriti. Siamo partiti come outsider. L’obiettivo erano i playoff. Dalla terza giornata siamo andati in testa alla classifica e non l’abbiamo più lasciata. Abbiamo vinto, ma non stravinto".

Cosa significa per un ischitano, riportare la squadra in serie D?

"Significa davvero tanto, soprattutto nell’anno del centenario. Io poi, 17 anni fa, avevo vinto l’Eccellenza anche da giocatore. Per me è una gioia doppia, una gioia infinita".

Qual è stata la risposta dell’isola?

"All’inizio tiepida, poi abbiamo sempre avuto una media di duemila spettatori in casa. In trasferta, sempre 3-400 al seguito. Ma Ischia ha una storia calcistica importante e una tradizione di 18 campionati di serie C dagli anni 80".

Perché ha lasciato Ravenna?

"Perché le mie figlie sono grandi e perché mi ero reso conto che era venuto il momento di tornare a Ischia".

Il naufragio della trattativa per la cessione de Ravenna (lei peraltro era l’allenatore designato) ha contribuito ad accelerare la cosa?

"No, ma sono stato messo in mezzo ad una situazione che non mi è piaciuta. A Ravenna, la gente mi conosce; sa che sono una persona seria".

Cosa manca a Ravenna della sua Ischia?

"A Ischia, quando una persona muore, dicono che passa da un paradiso ad un paradiso. Bisogna risvegliare la passione. Che c’è, ma va riaccesa".

Perché Buonocore non ha sfondato come allenatore nel Ravennate?

"Perché ci vogliono le giuste situazioni. L’anno scorso avevo accettato il Cervia in Promozione, perché sapevo che ‘James’ Bondi è un uomo di calcio e che non ti mette in discussione dopo una sconfitta".

E infatti...

"Infatti, da penultimi, siamo arrivati quinti".

Qual è il progetto Ischia?

"Faremo la serie D. Non abbiamo ancora parlato della mia conferma, ma non credo ci siano problemi. Con Pino Taglialatela, presidente e mio compagno di squadra al Napoli, ci si capisce come fratelli".

Le manca Ravenna?

"Sì, infatti a fine mese torno".