"Guidare il Ravenna? Un’esperienza fantastica"

Mister Treggia racconta le emozioni provate dalla panchina nella sfida. di ritorno dei playout contro il Fano: "Un’opportunità che non mi aspettavo".

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Claudio Treggia, 55 anni, bolognese, allenatore dell’under 17 giallorossa, è stato chiamato all’improvviso, da debuttante, a guidare il Ravenna nel playout di ritorno contro il Fano. In poche ore ha dovuto calarsi nella parte, cercando l’impresa.

Treggia, come ha accolto la ‘chiamata’ della ‘prima squadra’ per un match così importante?

"È stata una grande sorpresa ricevere una telefonata a tarda notte. C’è stata molta incredulità da parte mia".

È stata una grande opportunità, ma anche una bella soddisfazione.

"Ho accolto la scelta della società con grande soddisfazione, perché significa che mi apprezzano, come persona e come allenatore. Nel settore giovanile del Ravenna siamo in tanti, ma credo che, chiunque di noi, si sarebbe fatto trovare pronto".

Con quale spirito ha affrontato una responsabilità così grande?

"Lo spirito di provare a fare qualcosa di straordinario per cercare di vincere la partita di ritorno. Solo in questo modo ci saremmo salvati. Ci abbiamo provato e creduto, e abbiamo lavorato in questo senso".

Rispetto alla partita di andata ha cambiato qualcosa, puntando su giocatori più esperti. Per quale motivo?

"Anzitutto c’era Sirri squalificato. Poi ho ritenuto che ci fossero giocatori che, almeno inizialmente, avrebbero dovuto essere in campo, come, ad esempio, Jidayi e Selleri".

Dal punto di vista tattico cos’ha cambiato?

"Non si poteva stravolgere l’impianto col quale la squadra aveva lavorato negli ultimi 2 anni. Abbiamo affrontato molti argomenti a voce; abbiamo potuto lavorare molto poco a causa del caldo, ma anche delle sanificazioni che erano necessarie all’impianto. Abbiamo lavorato 3 volte per un’ora ciascuna".

Ha cercato di lavorare anche su altri aspetti?

"Ho provato ad apportare qualche modifica soprattutto a livello psicologico. Ho invitato i ragazzi a crederci, perché nel calcio, le imprese a volte succedono. Abbiamo iniziato la partita con questa speranza".

Qual era il piano strategico per cercare di ribaltare lo 0-2 dell’andata?

"La svolta poteva essere segnare un gol nel 1° tempo per indirizzare la gara a nostro favore a livello psicologico. Abbiamo modificato la fase di ‘non possesso palla’. Dovevamo vincere, e quindi aggredirli, perché il Fano è una squadra molto più giovane di noi, e gioca la palla dal basso fin dalla rimessa del portiere. Se fossimo rimasti là dietro ad aspettarli, avremmo fatto il loro gioco".

Cosa sarebbe servito?

"Coraggio. E ci abbiamo provato. La prestazione è stata buona, individuale e collettiva".

Si rimprovera qualcosa?

"Assolutamente no".

Come giudica l’esperienza?

"Fantastica. E, siccome inaspettata, è stata ancor più bella. Di questo devo ringraziare tutto il gruppo squadra e la società". Roberto Romin