"La finale è arrivata, adesso diamoci dentro"

E’ l’urlo di battaglia del ravennate Bruno Rosetti che domattina, alle 3.10, disputerà la gara che assegna le medaglie nel ’4 senza’

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"Ora che la finale è davvero mia, diamoci dentro". Il grido di Bruno Rosetti arriva dritto fino in città, all’angolo fra via Salara e via San Vitale, dove vivono mamma Marina, papà Franco e il fratello Matteo. E dove, fra bandiere olimpiche e tricolori, sono stati issati due emblematici striscioni con l’immagine dell’armo azzurro. L’attesa è quasi finita. Domattina all’alba, alle 3.10 – sempre che il programma non subisca un ulteriore slittamento per i problemi connessi al ciclone tropicale, in queste ore su Tokyo – il ‘quattro senza’ azzurro, scenderà di nuovo in acqua nel bacino olimpico del Sea Forest Waterway. In palio c’è un posto nella storia del canottaggio, ma anche dello sport ravennate, dopo i 2 Mondiali e il 4° posto a Pechino nel ‘doppio’ di Marcello Miani.

L’unico parametro che l’armo azzurro ha a disposizione, è quello delle semifinali. Sabato, nella prima, Australia (5’54”27) e Usa (5’55”27) si sono guadagnate l’accesso alla finale davanti a Olanda, Romania e Sudafrica. Nella seconda, la Gran Bretagna (5’55”36) ha preceduto gli azzurri (5’55”67), davanti a Polonia, Svizzera e Canada. Dai ripescaggi, hanno poi guadagnato l’accesso alla finale Romania e Olanda. Così saranno schierate le finaliste, dalla corsia 1 alla 6: Romania, Usa, Australia, Gran Bretagna, Italia e Olanda. Sulla carta, l’Italia – con Bruno Rosetti che può ‘sfruttare’ l’esperienza dei compagni Matteo Lodo, Giuseppe Vicino e Matteo Castaldo, già medagliati a Rio – dovrebbe giocarsi il bronzo con Romania e Olanda, ma una finale olimpica, esce dai canoni della logica. Dunque, potrebbe succedere di tutto.

"Sto affrontando questa Olimpiade come fosse una gara di Coppa del Mondo – ha detto Rosetti – per cui non sento la pressione dell’evento. Sul campo di regata ci conosciamo tutti molto bene. In gioco però c’è molto e quindi dovremo dare il 110% più degli altri per non sbagliare. Per quanto mi riguarda, ho raggiunto il primo step che mi ero prefisso 5 anni fa, quando tornai a remare, e cioè raggiungere una finale olimpica".

La prima esperienza a 5 cerchi di Bruno Rosetti – che nel 2017 decise di tornare a gareggiare dopo 8 anni di stop – sta toccando le corde delle emozioni: "Essere al Villaggio Olimpico – ha aggiunto il 33enne portacolori dell’Aniene Roma, ma nato e cresciuto alla Standiana con la Canottieri Ravenna – è un’esperienza di cui fai fatica a renderti conto, poiché è lì che senti di essere davvero ad una Olimpiade. Tutto il mondo è presente. E tutti hanno l’obiettivo di coronare il proprio sogno. Personalmente sono molto contento di quello che sto vivendo. È un’esperienza impagabile. Devo dire che ne è valsa la pena aver trascorso 4 inverni intensi e duri per essere qui a Tokyo".

Da Ravenna, a coordinare il tifo, sarà mamma Marina, ex nuotatrice di livello internazionale: "Ho sentito Bruno sereno, ma convinto e determinato. Di sicuro non è andato a Tokyo per una gita. Aspettative? In una finale del genere non si possono fare pronostici. Tutti, ovviamente, speriamo in una medaglia".

Roberto Romin