Ravenna, un ’tris’ di fuoco per terminare l’andata

I giallorossi, in crisi di risultati, dovranno affrontare domenica il Forlì al Benelli, quindi Carpi e Pistoiese: tutte formazioni ambiziose e di alta classifica

Migration

Forlì, Carpi e Pistoiese. E mettiamoci pure il Lentigione, quartultimo, reduce da 3 ko di fila e caduto in disgrazia. Il mese di passione del Ravenna è servito. Quattro gare – ma le prime 3 valgono almeno il triplo – per finire il girone di andata. Quattro gare per capire se il girone di ritorno sarà da protagonisti, da comprimari, o se sarà un’agonia. Forlì, Carpi e Pistoiese, una dietro l’altra. Non sono ammessi sbandamenti. Non ci sono più prove d’appello.

Tre ‘scontri diretti’, scritto tra virgolette, perché il Ravenna di oggi solo sulla carta ha l’ambizione di un ruolo da protagonista. Per non dover chiudere una stagione prima di Natale, occorre una reazione. Anzi, occorrono punti. Tanti punti. Di più: servono vittorie. Fra le mura amiche, i giallorossi hanno battuto solo il Real Forte Querceta. Persino il fanalino di coda Salsomaggiore, fermo a quota 5, ha fatto punti (2-2).

Le belle prestazioni non bastano più. Per tornare ad alimentare i sogni estivi, servirà sporcarsi la maglia. Non solo metaforicamente, ma anche in concreto, perché adesso, coi campi lenti, bisognerà tirare fuori la sciabola e riporre il fioretto. Perdere 1-0 a Bagnolo in Piano senza tirare in porta non è da Ravenna. Al momento, il Ravenna di mister Gadda è fermo al successo di S.Angelo Lodigiano e all’incoraggiante 1° tempo (o meglio, i primi 44’) contro il Mezzolara. Poi è scesa la notte.

Ad aiutare tutti, c’è il mercato di riparazione. Carrasco, Sabelli (nella foto), Rivi e Montuori faranno le valige. Già dal profilo di chi arriverà si capiranno intenzioni e disponibilità del club giallorosso. Poi ci sarà il varo del 5-3-2, ovvero il cambio di modulo, che Gadda aveva ipotizzato al momento del proprio arrivo, ma che necessita di un lavoro un po’ più approfondito. Al momento si possono analizzare solo i numeri. E i numeri – incredibile, ma vero – dicono che il Ravenna di Gadda ha già perso lo stesso numero di partite (2) del Ravenna di Serpini. Possibile che il Ravenna sia prigioniero di un sogno? Può essere. O forse che sia prigioniero di un contratto non scritto che gli impone di giocare bene e ‘fare’ sempre la partita? Cosa succederebbe se il Ravenna – sempre all’attacco e spesso colpito di rimessa – impostasse una gara in maniera diversa dal solito, magari con un atteggiamento attendista, come del resto hanno fatto praticamente tutte le avversarie, Giana Erminio esclusa? Lo chiederemo sabato a mister Gadda.

Intanto, il derby di domenica col Forlì (prevendita già attiva), sarà da affrontare – fra partenti, e infortunati (Tabanelli) – con una rosa quasi in emergenza.