"Tra Simona e le giocatrici c’era un muro"

Il patron dell’E-Work, Mario Fermi, sull’esonero della Ballardini: "Ha fatto crescere questa società, ma non era più in sintonia con la squadra"

"Tra Simona e le giocatrici c’era un muro"

"Tra Simona e le giocatrici c’era un muro"

di Luca Del Favero

"Mi dispiace aver esonerato Simona Ballardini, ma bisognava dare una scossa all’ambiente perché tra lei e le giocatrici si era creato un muro". Queste le parole di Mario Fermi, che all’indomani della netta sconfitta a San Martino di Lupari e con la certezza di disputare i playout, ha deciso di cambiare il terzo allenatore in tre anni, facendo da parte una delle bandiere della pallacanestro faentina.

"Simona ha contribuito a far crescere questa società e a portarla in serie A1 – continua Fermi – e prima di lavorare insieme a lei ero un suo grande tifoso: potete immaginare quanto abbiamo sofferto a fare questa scelta. Purtroppo era evidente come non fosse più in sintonia con la squadra e molte volte anche le sue parole non venivano recepite: lo si è visto dopo l’ultimo time out contro Sesto San Giovanni dove nessuna sapeva cosa fare. Inoltre anche in allenamento il clima era molto triste. In questi casi a pagare sono sempre gli allenatori, ma le colpe sono da attribuire a tutti, al sottoscritto in primis. Non so se questa sia la scelta giusta e se si risolverà la situazione attuale, ma qualcosa dovevamo fare". L’E-Work è da tempo che è entrata in un tunnel: perché non è stata presa prima questa decisione?

"Nonostante la sconfitta a Brescia sia stata l’inizio della crisi, abbiamo fino all’ultimo provato a trovare una soluzione parlando con giocatrici e staff. Sembrava ci fossero stati dei segnali positivi dopo le gare a Ragusa e in casa con il Geas, ma a San Martino di Lupari abbiamo giocato una partita pessima. Mi scuso con gli sponsor e i tifosi che erano sugli spalti per come ci siamo comportati".

Ora serve una riscossa delle giocatrici: visto che non hanno mai mostrato orgoglio, non è preoccupato in vista dei playout?

"Lo sono eccome ed infatti voglio che finisca prima possibile questa stagione e poi parleremo del futuro. Il problema è che in questo gruppo non esiste una leader, quella giocatrice che si prende in mano la squadra nei momenti difficili proprio come faceva Simona. Ora però nessuna ha più alibi e da domenica con Crema voglio una reazione".

Come è nata la scelta di promuovere a capo allenatore Giovanni Sferruzza, tecnico 34enne all’esordio in A1?

"È stata la decisione più semplice e ovvia e anche la più economica, considerando anche che l’idea di esonerare Simona è arrivata domenica sera e non ci sarebbe stato tempo per trovare un nuovo allenatore, ammesso poi che ce ne fossero disponibili. Giovanni è preparato e insieme a Cristina Bassi ha lavorato con la squadra da inizia stagione e credo possa dare quella scintilla alla squadra per riaccendersi". Si immaginava di vivere una simile stagione? "No. L’annata è fallimentare, ma ora l’unico pensiero è mantenere la categoria salvandoci nei playout già al primo turno".