Ravenna, 8 maggio 2012 - «SONO INCINTA, aspetto il quinto figlio di Vigor».
Anche nel deserto del dolore a volte può spuntare un’oasi improvvisa, nella quale crescere il fiore della speranza.
A 35 anni, Federica Lisi è da un mese e qualche giorno la vedova di Vigor Bovolenta, il campione di volley morto in un sabato terribile di fine marzo, mentre stava giocando, al palasport di Macerata. E’ anche la madre dei quattro figli dell’ex azzurro, Federica, e un altro è in arrivo tra qualche mese: «Sto uscendo adesso dalla dodicesima settimana di gravidanza», racconta lei, con una voce che è diventata ferma come una roccia anche nei momenti dell’emozione, da quando il destino l’ha obbligata a trovare in se stessa anche la forza che gli sapeva dare il marito.

«SPERO con tutto il cuore che sia un maschio, anche se ancora è presto per saperlo. Ma non lo chiamerò Vigor, come mi hanno già chiesto in tanti. Perché Vigor era un altro, e vive già in ognuno dei suoi figli».
Il più grande dei quali, Alessandro, che ha quasi otto anni e aveva iniziato a capire qualcosa già prima del verdetto dell’ecografia, sceglierà il nome del fratellino o della sorellina: «Inizierà comunque con la lettera A, come tutti i nostri figli — spiega Federica —. E’ una cosa che mi porto dietro dalla mia famiglia: i nostri nomi iniziano tutti con la F, con Vigor abbiamo deciso di fare la stessa cosa. Dopo Alessandro è arrivata Arianna, era il nome che avevamo scelto se il primo fosse stato una femmina».

ARIANNA ha quattro anni, la gemelline Aurora e Angelica un anno e quattro mesi. Alessandro, che ora è l’uomo di casa, ha già debuttato in azzurro: al Bovo Day che si è tenuto a Ravenna, il ct Berruto l’ha mandato in campo per la battuta finale, con la nazionale, contro la squadra degli amici del padre. Ha fatto punto, ed è stato abbracciato e lanciato in aria dagli azzurri, tutti fratelli maggiori per un giorno.

LA FAMIGLIA Bovolenta in effetti non si allarga solo per l’arrivo del quinto figlio: da sabato, Federica ha la certezza anche formale che il mondo del volley non l’abbandonerà. La Federvolley l’ha assunta a tempo indeterminato, con una delibera del consiglio federale che scongiura, con un aiuto concreto e duraturo, il rischio che l’ondata di solidarietà e affetto prima o poi si potesse esaurire: «Avere un lavoro è fondamentale per dare un futuro ai miei figli, ringrazio il presidente Carlo Magri e la Federazione per questo bellissimo gesto».
 

di Doriano Rabotti