Reggiana, tifoso assolto. "Che calvario, volevo solo una maglia"

Dopo l’invasione di Siena: "Multa evitata, ma ho ancora il daspo"

Fabio Bondavalli

Fabio Bondavalli

Regio Emilia, 29 settembre 2019 - Il Daspo che riguarda Fabio Bondavalli va contestualizzato negli ormai tristemente noti «fatti di Siena» del 3 giugno 2018, quando ci fu l’invasione di campo di diversi tifosi, imbestialiti dopo il rigore assegnato ai padroni di casa al 97’ dall’arbitro Perotti.  Una reazione che ha portato a una pioggia di «diffide» e sanzioni. Lo scorso 19 settembre Bondavalli è però stato assolto dal Tribunale di Siena nell’ambito del procedimento penale, relativo solo all’invasione di campo in eventi sportivi, per cui che era imputato. «In prima battuta c’è stata una sorta di giustizia di massa – spiega l’avvocato Giuseppe Pagliani dello studio Pagliani-Tarquini-Dallari che difende Bondavalli -. Capisco che allo stadio avvengano episodi spiacevoli, però in questo caso sono state punite 40, 50 persone senza alcun motivo». Prima di concludere: «Credo che anche per il proseguo sarà fondamentale, come lo è stato nel caso del mio assistito, osservare le immagini in cui si può vedere senza alcun dubbio l’assoluta buona fede di tanti tifosi». 

Bondavalli, cos’è successo di preciso quel 3 giugno 2018 al termine di Siena-Reggiana?  «Quello che ormai sanno un po’ tutti, l’arbitro ha fischiato un rigore inesistente al 97’ e c’è stata un’invasione di campo ma io, non consapevole delle nuove regole, sono entrato per abbracciare i giocatori e prendere pantaloncini e magliette: Carlini mi ha dato la canottiera, Bobb i pantaloncini e Altinier la pettorina, le immagini sono lì a testimoniarlo…Non ho fatto assolutamente niente di male».  L’accusa è caduta, ma resta il Daspo.  «Per carità, capisco perfettamente le leggi, però beccarmi due anni di Daspo per un abbraccio ai giocatori mi sembra eccessivo. I tifosi sono entrati in campo anche in Frosinone-Palermo, ma non gli hanno fatto niente, speriamo si possa fare qualcosa altrimenti fino a marzo 2021 è troppo lunga». E la Reggiana sta anche facendo faville.  «Il magone è doppio infatti, abbiamo una gran bella squadra che gioca un calcio divertente e ha un gruppo super affiatato come non si vedeva da tempo, provi a immaginare che sofferenza a vedere il derby col Carpi dalla televisione…».  Insomma deve stare fuori proprio nell’anno del centenario.  «Sono andato in piazza Prampolini martedì sera ed è sempre emozionante ritrovare i vecchi amici della Regia, è stata una gran bella festa». Cosa ne pena delle maglie? Hanno un po’ diviso i tifosi, ma la vittoria ha messo d’accordo tutti.  «Appena ho visto quella a righe ci sono rimasto un po’ male, sembra un po’ quella del Cosenza o della Casertana, ma se porta bene va benissimo anche quella…Ci voleva più granata, questo sicuramente, mi piace di più la seconda col Tricolore».  Quando è nato il suo amore per la Reggiana?  «Sono tifoso da sempre, ma essendo di Fellegara ho grande stima di Villiam Vecchi e sono amico con suo figlio Davide, diciamo che ho iniziato a seguirla proprio sempre dai tempi di Pippo Marchioro, quando poi è arrivata la promozione (stagione 1988-1989, ndr)…La Reggiana per me è importantissima è qualcosa di più della squadra del cuore e spero che si possa fare qualcosa per convincere le autorità competenti che non ho fatto davvero nulla di male, se avessi partecipato agli scontri capirei, ma le immagini sono lì a testimoniare che non ho fatto assolutamente nulla».