Pastasciutta Antifascista 2022 oggi a casa Cervi: il programma

L'appuntamento è per stasera. La storia di questa tradizione e dei fratelli Cervi

La pastasciutta antifascista è oggi 25 luglio a casa Cervi

La pastasciutta antifascista è oggi 25 luglio a casa Cervi

Reggio Emilia, 25 luglio 2022 - Torna stasera - lunedì 25 luglio - la storica Pastasciutta Antifascista Casa Cervi. L'ingresso è libero e non è necessaria la prenotazione.

Cos'è la pastasciutta antifascista? Perché si celebra ogni anno?

Si tratta di una grande festa, che si tiene da molti anni il 25 luglio, presso l’Istituto Alcide Cervi di Gattatico (Reggio Emilia), all’insegna della condivisione e dello stare insieme, e soprattutto dei valori di antifascismo, libertà, giustizia e democrazia della Famiglia Cervi

La data è molto significativa: infatti, il 25 luglio del 1943, a seguito della riunione del Gran Consiglio del Fascismo, Mussolini viene destituito e arrestato; dopo 21 anni, terminava così il governo del Partito Fascista. Il Re designò il Maresciallo dell’esercito Badoglio come nuovo capo del governo. Tuttavia, la guerra continuava a fianco dei tedeschi: per questo, nei giorni successivi all’arresto del duce vi furono numerose sollevazioni popolari. 

La famiglia Cervi, però, non venne subito a conoscenza della notizia della caduta del governo di Mussolini: erano infatti impegnati nei campi, ma, sulla via del ritorno a casa, incontrarono molte persone in festa. 

Pur sapendo che la guerra non era ancora terminata, decisero di festeggiare ugualmente questo primo passo verso la pace e la libertà, dopo 21 anni di dittatura fascista. Così, si procurarono la farina, presero a credito burro e formaggio dal caseificio e prepararono chili e chili di pasta. Quando la pastasciutta fu pronta, caricarono il carro e la portarono in piazza a Campegine, dove la offrirono a tutto il paese: fu una vera festa, un giorno di gioia tra le preoccupazioni per la guerra ancora in corso.

Persino un ragazzo che indossava una camicia nera fu invitato da Aldo Cervi, il padre di famiglia, a unirsi e a mangiare il suo piatto di pasta.

Orari e programma

La festa inizierà oggi alle ore 19, e alle 20 comincerà la distribuzione della pastasciutta.

A partire dalle 20,30, sul palco si terranno i saluti istituzionali e la premiazione della XXI edizione del Festival di Resistenza - Teatro per la Memoria.

A partire dalle 21,45, il palco sarà dedicato all’ospite della serata, l’attore Valerio Aprea e, a seguire, ci sarà lo spettacolo Aemilia. Appunti di viaggio - Lungo la via Emilia, tra musica e poesia. La serata terminerà con il Dj Set Resistente di Mark Bee.

Durante la Festa, il Museo Cervi rimarrà aperto e visitabile gratuitamente.

Chi erano i fratelli Cervi?

Si tratta di sette fratelli partigiani, fucilati il 28 dicembre 1943 a Reggio Emilia. La loro uccisione fu uno dei primi eccidi della Resistenza e colpì molto duramente questa unica famiglia e per questo rimane tuttora una delle storie più note tra tutte quelle dei partigiani.

Il più vecchio di loro aveva 42 anni, mentre il più giovane solo 22: i loro nomi erano Gelindo, Antenore, Aldo, Ferdinando, Agostino, Ovidio ed Ettore, ed erano nati tutti a Campegine. Antifascisti fin dagli anni Trenta, i sette fratelli avevano trasformato la loro casa, nel podere di Campirossi, tra Campegine e Gattatico, in un ritrovo per chi aveva idee antifasciste e, in seguito, in un rifugio per oppositori al regime, renitenti alla leva della Repubblica di Salò e stranieri sfuggiti alla cattura da parte di nazisti e fascisti, tra cui vari cittadini sovietici.

Dopo l’armistizio dell’8 settembre, i fratelli Cervi cominciarono a pianificare azioni contro i fascisti. In ottobre alcuni di loro, insieme ad altri amici, salirono nelle montagne reggiane, dove si stavano formando i primi Gruppi d'Azione Patriottica, per compiere assalti e altri atti di guerriglia.

Il 25 novembre dello stesso anno, i sette fratelli si trovavano tutti nella casa di Campirossi, insieme a genitori, mogli, figli e amici, quando un plotone della Guardia Nazionale Repubblicana circondò la casa e ordinò agli uomini di arrendersi e consegnare le persone lì rifugiate. Così, i fratelli vennero arrestati insieme al padre e ad altri partigiani, disertori e soldati stranieri. Vennero incarcerati nel carcere politico dei Servi a Reggio Emilia, dove rimasero prigionieri fino alla mattina del 28 dicembre, quando furono fucilati per rappresaglia, per l’attentato mortale contro un funzionario comunale di Bagnolo.

Il padre Alcide Cervi venne a sapere della loro morte solo l’8 gennaio, quando il carcere in cui anche lui era prigioniero fu bombardato. Nel 1955 pubblicò un libro con la storia della sua famiglia, dal titolo I miei sette figli, morì nel 1970.