"È ora di riaprire: ci sono segnali positivi"

Stefano Landi (Camera di Commercio): "La gente deve lavorare e ritrovare un po’ di normalità. La nostra economia sta reggendo"

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di Daniele Petrone

Stefano Landi, presidente della Camera di Commercio, se l’Emilia-Romagna passerà in zona gialla e il Governo siglerà il nuovo Decreto, finalmente avremo una riapertura seppur parziale delle attività...

"Ce lo auspichiamo. Nonostante non possiamo dirci fuori dalla pandemia, credo che sia arrivato il momento di riaffacciarci a una vita semi-normale. Abbiamo accumulato esperienza in quest’anno e mezzo. Ora c’è il giusto grado di disciplina, consapevolezza e senso di responsabilità per ripartire con cautela, rispettando sempre i distanziamenti".

Come sta l’economia reggiana?

"Si divide in due parti. Le imprese medio-grandi – chi più, chi meno – stanno lavorando. Ci arrivano segnali positivi sull’export sul quale puntiamo molto. La sofferenza sta nelle piccole imprese, dal commercio ai servizi per la persona. Palestre, ristorazione, alberghi devono poter ripartire perché stanno pagando un prezzo altissimo. Loro sono più di tutti giustamente alla finestra per le riaperture".

Anche se tanti hanno chiuso definitivamente...

"Non siamo riusciti a salvare alcuni imprenditori purtroppo. Ora è importante dare un segnale, credo che nessuno si aspetti le file fuori dai negozi in questo momento, però dare la possibilità di lavorare a tutti, di risalire la china pian piano, anche psicologicamente è importante. Dovremo farci trovare pronti quando la situazione tornerà alla ‘normalità’. Quando ci sarà lo sblocco dei licenziamenti, al fine di mantenere i livelli di occupazione attuali. Finora, gli ammortizzatori sociali e la cassa integrazione hanno aiutato. Vedremo anche quali provvedimenti adotterà il Governo".

A proposito, i ristori tardano ad arrivare...

"Altri Paesi europei sono stati più rapidi e concreti di noi. Ma non è una responsabilità da additare al Governo Draghi insediato da poco. Una piccola parte, per quel che potevamo fare con le risorse stanziate dalla Regione, lo abbiamo fatto anche noi come Camera di Commercio. È chiaro che non basta. Ma conoscendo la mentalità degli imprenditori reggiani, dai piccoli ai grandi, pensano più alle riaperture ora che ai ristori. Non hanno paura di rimboccarsi le maniche e rimettersi in gioco". E come ci si rimette in gioco? "Certo, sarà un’economia diversa. Tante imprese si sono riorganizzate e ristrutturate. Le start-up sono sempre molto effervescenti perché si risorge con le idee, l’innovazione. E in questo il genio reggiano è sempre stato all’altezza. L’emergenza sanitaria ha accelerato il processo di crisi per alcuni comparti, come il commercio al dettaglio: il modo di comprare è mutato, più votato all’online. Bisogna trovare un sistema per seguire le nuove tendenze, senza snaturarsi troppo. E, lo capisco, per alcuni settori non è facile".

È preoccupato per il futuro? "Non serve la sfera di cristallo per capire che sarà dura. Però gli indicatori macroeconomici dettano una ripresa, abbiamo chiuso il 2020 un pochino meglio rispetto alle previsioni. I fatturati tengono botta e tanti comparti stanno tornando ai livelli pre-crisi. Voglio essere fiducioso. Però serve un’accelerazione sui vaccini: se arrivano con continuità, siamo in grado rapidamente di mettere in sicurezza tutti. Ho accompagnato di recente mia madre 87enne al centro fieristico e ho visto un’organizzazione di primo livello".