A Correggio il progetto è già in parte attuato Da oltre 3 anni ci pensa il personale di Guastalla

Il progetto di accorpamento delle automediche territoriali già da tempo è attuato, pur se in modo parziale, nella Bassa. Da oltre tre anni, infatti, l’automedica notturna di Correggio è soppressa, con gli interventi – in caso di necessità – eseguiti dal personale con base all’ospedale di Guastalla. O, in qualche caso, dall’automedica di Reggio. Proprio per favorire il distretto correggese di fronte all’eliminazione del servizio all’ospedale San Sebastiano, per la sera e la notte era stata prevista la sede dell’automedica a Novellara, a metà strada tra Guastalla e Correggio. La Croce rossa di Novellara – che gestisce il servizio di notte – ha perfino acquistato e allestito un appartamento, proprio accanto alla sede dell’associazione, per accogliere autisti e personale. Ma questo progetto non è mai partito, nonostante sia previsto il pagamento di una quota mensile alla Cri, con fondi pubblici dell’Ausl, proprio per far fronte all’investimento. Avere un medico e un infermiere a Novellara, la sera e la notte, significa usare questo personale solo per le uscite dell’automedica sul territorio. Se non arrivano chiamate, il personale resta inoperoso. Invece il personale all’ospedale di Guastalla, se non vi sono interventi esterni, medico e infermiere possono rendersi utili in pronto soccorso, affiancando i colleghi in turno. A Correggio l’accorpamento previsto dal nuovo progetto toglierebbe il presidio di automedica dal San Sebastiano: non solo di notte (come accade ora) ma anche di giorno. Tutto il contrario di quanto chiesto a gran voce dalle forze politiche locali e da numerosi cittadini, che nei mesi scorsi hanno firmato la petizione lanciata da Gianni Tasselli, ex consigliere comunale a Correggio.

Antonio Lecci