A fuoco l’immobile sequestrato alla mafia. Ma è colpa di giovani vandali

A fuoco l’immobile sequestrato alla mafia. Ma è colpa di giovani vandali

A fuoco l’immobile sequestrato alla mafia. Ma è colpa di giovani vandali

Un incendio, da subito apparso di origine dolosa, ha interessato l’altra sera un edificio residenziale isolato nelle campagne di Reggiolo, dove si trovano immobili confiscati nell’ambito dell’inchiesta Aemilia.

E quando è scattato l’allarme, riconducendo il rogo a edifici ben noti alle forze dell’ordine, sono cominciate ad emergere alcune prime ipotesi. Le stesse che sono state poi accantonate di fronte a una serie di elementi che sembrano ricondurre l’incendio all’azione di un gruppo di giovanissimi, che già da qualche tempo erano stati notati in quella zona, talvolta entrando nell’edificio realizzato ad inizio anni Duemila ma mai abitato, più volte interessato da scorribande e furti, ora in stato di degrado e abbandono.

L’episodio è accaduto in strada Aurelia, alla periferia sud di Reggiolo. Sono arrivati in forze i vigili del fuoco da Guastalla, Reggio, Suzzara, dal distaccamento volontari di Luzzara. L’immobile, almeno per la vasta parte interessata dal rogo, è completamente inagibile. Ora è affidata all’Agenzia nazionale beni sequestrati e confiscati, ma era stata della società K1 riconducibile a Giuseppe Giglio, coinvolto nel processo Aemilia.

Secondo un primo accertamento, sarebbe stato appiccato un piccolo rogo in una vasca da bagno, al primo piano. Ma la situazione è diventata incontrollabile, soprattutto quando il fuoco ha raggiunto le travi in legno del legno, andato totalmente distrutto. Sul posto anche i carabinieri per le indagini.

E’ arrivato anche il sindaco Roberto Angeli: "Quegli immobili – ha dichiarato – rappresentano una speculazione edilizia, realizzati un’area molto isolata, ben poco appetibile per acquisti e affitto. Ora ipotizziamo che saranno demolite, togliendo pure cemento a questa zona di campagna".

a.le.