"A Reggio non c’è bisogno di coprifuoco"

Il sindaco Vecchi fuga i timori di una chiusura dei locali alle 21: "Non siamo come a Milano, serve una valutazione corretta e collegiale"

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Al momento niente chiusure sulle zone più coinvolte dalla cosiddetta ‘movida’. Questo il commento a caldo del sindaco di Reggio riguardo l’ultimo dpcm di domenica sera, su cui il primo cittadino - come praticamente tutti i suoi colleghi - riserva una considerazione critica. "La mia prima valutazione su quanto stabilito dal Governo nell’ultimo decreto è, innanzitutto, riguardo il metodo - premette Vecchi -. Il dialogo insieme alle Regioni e le Province ha sempre funzionato bene, ma tutti sindaci così come il presidente dell’Anci nazionale hanno appreso di questa decisione in diretta, senza prima alcuna consultazione".

Durante la conferenza stampa del premier Giuseppe Conte, oltre alla chiusura tassativa delle attività di ristorazione a mezzanotte o alle 18 se non si fa servizio al tavolo, è emersa la possibilità che i sindaci impongano il coprifuoco alle 21 sulle zone più ‘movimentate’ della città. Questo ha scatenato il dissenso degli amministratori locali, che si sono visti lanciare tra le mani la famosa ‘patata bollente’ da gestire. A quel punto il riferimento ai sindaci, che in bozza c’era, nel documento definitivo è sparito. "Pare che ora la decisione sia in capo al Cosp (Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, ndr)", ha precisato il sindaco. Su questo tasto il sottosegratario all’interno, Achille Variati, ha poi sottolineato il fatto che i comuni agiranno in collaborazione con i prefetti. Vecchi passa a una valutazione in chiave locale. "Indipendentemente da chi debba prendere la decisione sul coprifuoco in questi mesi si è sempre lavorato in un contesto di dialogo con la Prefettura e le Forze dell’Ordine, ottenendo ottimi risultati. Non credo sia giusto prendermi la responsabilità di chiudere vie e piazze senza prima un confronto con loro". Una collaborazione istituzionale che, precisa Vecchi, si muove in un ambiente specifico. Non quello di una metropoli, ma di una città di medie dimensione come Reggio. "Ci sono valutazioni da fare in sede di Prefettura, ma a oggi non ritengo il coprifuoco alle 21 una misura necessaria - spiega -. Per com’è la nostra città credo sia prematuro e rischi di produrre forzature irrazionali". Ora l’esempio che viene in mente a tutti è piazza Fontanesi.

"Su quale base si può chiudere una zona e lasciare aperte le altre? Non è Milano: nel nostro centro storico, se una piazza è chiusa, in cinque minuti se ne raggiunge un’altra e il rischio di assembramento rimane. Serve una valutazione collegiale - ribadisce Vecchi - per trovare una soluzione corretta sia sul piano sanitario che nei confronti dei gestori di ristoranti e locali". In ultima istanza, il primo cittadino chiarisce anche: "L’andamento quotidiano del virus cambia molto rapidamente ed è giusto che il Governo prenda provvedimenti sufficienti a contenere i contagi, senza dover fermare tutto. C’è una grande accelerazione su scala nazionale ma la nostra situazione è complessivamente sotto controllo. Nel giro di qualche giorno cambierà? Potrebbe essere, ma adesso come adesso non ci troviamo nella condizione di dover applicare soluzioni draconiane".

Giulia Beneventi