"A Zhitomir senza luce, aiutiamoli a Natale"

La Fondazione Solidarietà Reggiana guidata da don Dossetti lancia una raccolta fondi per donare pacchi alimentari agli ucraini

Migration

di Lara Maria Ferrari

Ora che il freddo è arrivato davvero, e con esso le prime nevicate, la popolazione ucraina ha un nemico in più da combattere oltre all’esercito russo. La difficoltà nell’approvvigionamento dell’energia sta creando una nuova, preoccupante migrazione interna, che si sposta da est verso ovest, nel tentativo di raggiungere Leopoli e da lì, per alcuni, la Polonia. La città di Zhitomir rappresenta sia uno snodo sia un primo approdo per la popolazione in fuga dal Donbass e dall’est del Paese, ed è per questo che la Fondazione Solidarietà Reggiana l’ha scelta come oggetto di un’importante iniziativa di solidarietà. "Dal 1992 vado in Ucraina, a Zhitomir, 250mila abitanti a 110 chilometri a ovest di Kiev, sulla grande strada che attraversa tutto il Paese – dice don Giuseppe Dossetti, presidente della Fondazione e di CeIS, spiegando le motivazioni del gesto - Ho fondato e sostenuto una scuola paritaria, che insegna anche la lingua italiana. Una piccola scuola, fra le prime in Ucraina a inserire bambini disabili. Il gruppo di questi amici è stato una fonte preziosa di informazioni nel corso di questa assurda e crudele guerra". Zhitomir ha subìto attacchi aerei nei primi giorni del conflitto, e in quelle occasioni sono state colpite diverse abitazioni e una scuola. Poi è seguito un periodo di relativa calma, poiché la strategia dell’aggressore russo si concentrava nell’est dell’Ucraina. Ma adesso l’esercito sta bombardando le centrali elettriche in tutta l’Ucraina, privando le città dell’energia e lasciandole senza acqua e riscaldamento.

Le sirene suonano anche a Zhitomir, perché è sulla rotta dei missili. Tutto è cambiato. "Colpire le centrali significa destinare le persone alla fame. Un atto terroristico – nota don Dossetti – La popolazione è colpita da una tattica crudele, che mira proprio allo sfinimento dei civili, e fra loro dei più deboli. Pensate agli ospedali, che dipendono dai gruppi elettrogeni (quando ci sono). Attualmente, con riparazioni di fortuna, viene assicurato il 35% dell’energia di prima". Da qui la decisione di Fondazione Solidarietà Reggiana di inviare denaro, per raccogliere un pacco alimentare per Natale. "Nei mesi passati avevamo già mandato un po’ di soldi – ricorda il presidente - Abbiamo scartato l’idea di inviare generi alimentari dall’Italia, dal momento che è possibile acquistare in loco il necessario, a prezzi inferiori. Il costo del singolo pacco sarebbe così di 15 euro. Chiediamo alla popolazione reggiana di contribuire, anche per piccoli importi. Un bel gesto in vista delle Festività".

Dossetti e i suoi però non vorrebbero finisse qui. Se l’appello avrà successo, si potrebbe continuare l’aiuto. "Così l’atto acquista un senso di rinascita", sottilnea la vicepresidente Anna Fontana Boni. Nelle regioni orientali, dove il conflitto ha distrutto case e infrastrutture, la situazione è invivibile. Un’emergenza che si aggiunge alle povertà già presenti, fra cui, la più dolorosa, è quella degli anziani. Le pensioni sono misere e gli attacchi li hanno spinti a ritirarsi in casa, aggravando depressione e isolamento. "Il Municipio è in collegamento con le Chiese cristiane della città - conclude Dossetti - Fra queste, noi siamo in contatto con la parrocchia francescana San Giovanni di Dukla, che ci ha chiesto aiuto per consegnare un pacco natalizio ai loro assistiti. Duecento persone". Il versamento va fatto sul conto corrente BPM IT 68 X 05034 12800 000000090000, intestato a Fondazione Solidarietà Reggiana.