Abiti di Max&Co nel segno di Luigi Ghirri

Milano Fashion Week all’insegna della moda made in Reggio Emilia con le sfilate di casa Maramotti per la bella stagione del prossimo anno. La seconda giornata è stata caratterizzata dalla collezione Blue Horizon di Max Mara, che ha sfilato nel Palazzo della Borsa, ed è stata ispirata da due donne dei primi decenni del ‘900: Renée Perle ed Eileen Grey. La prima fu la musa del fotografo Jacques Henri Lartigue e il riferimento stilistico di quello che è diventato lo stile Riviera, la seconda invece fu il riferimento dell’architettura dell’epoca in quel tratto di costa. Ian Griffiths, direttore creativo della casa di moda reggiana, racconta: "Spesso guardo alla storia per scoprire le strade per il futuro. Mi ha affascinato la riviera francese degli anni ‘30. Nel modo di vestire c’è un’espressione di femminilità che rimane moderna con i pantaloni larghi e le gonne con godet". In passerella pantaloni indossati con un crop top di maglia, tutine corte abbinate a maxi-cappelli, tuniche crochet e lunghi abiti di lino grezzo che scoprono la schiena. Anche i colori sono protagonisti: toni naturali, pastello e nel finale total look monocromatici con copricapo cuffietta dallo spirito 30s. In parterre ad applaudire il defilè una schiera di vip tra cui l’influencer Olivia Palermo, Melissa Satta, Nicky Hilton e Valentina Ferragni. Il marchio MAX&Co. invece ha scelto l’ambientazione decò del ristorante Giacomo Arengario a Milano per celebrare la collezione PrimaveraEstate 2023, nata in collaborazione con Duro Olowu, fashion designer britannico di origini nigeriane, celebre per l’uso del colore e delle stampe, che si è ispirato "alle opere del fotografo Luigi Ghirri, alle immagini poetiche e sognanti che ritraevano l’Italia degli anni 70 e 80. È una linea giovane, ma per tutti". Silhouette sartoriali, camicie e abiti con righe audaci, motivi floreali e geometrie con colori che passano dall’ azzurro e rosa acceso fino all’arancio Sfilata Sportmax infine presso l’Archivio di Stato, in via Senato 10 a Milano, che si autodefinisce: "Bouba e kiki, ovvero due parole che non significano nulla, ma che richiamano due tipi di forme, una più arrotondata, l’altra più appuntita. Un esercizio di dualismi per recuperare un’innocenza perduta, una dichiarazione di libertà, dal conformismo e dalle idee oppressive". Maniche lunghissime, stivali a calza, sottovesti strappate e fantasie psichedeliche per un’estate di contrasti.

e. g.