"Abusi su una bambina", condannato a 5 anni

Un uomo d’origine africana, oggi 39enne, nel 2018 aveva ricevuto l’incarico dai genitori di tenere d’occhio tre sorelline

Migration

di Alessandra Codeluppi

Cinque anni di reclusione.

È la condanna, decisa all’esito del processo con rito abbreviato, per un uomo di origine africana: il giudice Luca Ramponi lo ha conosciuto responsabile di violenza sessuale commessi su una bambina che, all’epoca dei fatti contestati, aveva 6 anni. Lui, che oggi ha 39 anni, era accusato di aver abusato anche delle due sorelline più piccole, di appena un anno e due anni: da queste contestazioni ieri l’uomo è stato assolto.

Secondo quanto ricostruito dalla Procura, tra i primi mesi del 2016 fino al febbraio 2018, l’uomo avrebbe approfittato della fiducia riposta in lui dai genitori delle tre sorelline: lui si era reso disponibile a sorvegliarle e ad accudirle soprattutto nei momenti in cui la madre, affetta da cardiopatia, era costretta a continui ricoveri all’ospedale.

Tra le pareti di casa, l’uomo avrebbe palpeggiato le piccole, anche in modo violento.

E si sarebbe anche sdraiato sopra la più grandicella, mentre lei era stesa a letto, e l’avrebbe baciata sulla bocca.

Lo squarcio sulle presunte vessazioni subite dalle piccole si sarebbe aperto dopo che la bambina di 6 anni avrebbe lamentato dolori, parlandone con la madre. Le indagini sono state coordinate dalla squadra mobile della questura.

Per l’uomo, incensurato e rimasto sempre a piede libero, è scattata l’iscrizione nel registro degli indagati. Insieme agli accertamenti.

La bambina è stata sentita in un incidente probatorio, udienza svolta nel contraddittorio delle parti utile a cristallizzare in via anticipata le prove in vista del processo.

Secondo la perizia redatta dalla psicologa Rita Rossi, la piccola era credibile.

I genitori e le tre figlie si sono costituite parte civile attraverso gli avvocati Lucia Larocca (che segue la madre) e Mario Di Frenna (che tutela il padre).

Il pm Piera Cristina Giannusa aveva chiesto 8 anni di condanna. La difesa, affidata all’avvocato Vincenzo Belli, ha invece domandato l’assoluzione, insistendo su alcuni punti a suo dire controversi.

Come il referto medico, dal quale non emergerebbe la prova certa di una violenza consumata.

Ma anche la possibilità che ad allungare le mani sia stato un altro bambino che andava a scuola con la piccola di 6 anni: lei, in un secondo momento, dopo l’avvio dall’inchiesta, avrebbe parlato anche di lui.

Per un periodo la situazione è stata anche seguita dai servizi sociali: la minore fu allontanata dai genitori in quel periodo perché sarebbe emersa una gestione discutibile, per poi fare rientro in tempi recenti.

Lui, in Italia da qualche anno, fino a qualche tempo fa lavorava. Per la bambina è stata riconosciuta anche una provvisionale di 10mila euro.

L’uomo, che respinge ogni addebito, fa sapere tramite il proprio avvocato che farà ricorso "in Appello".