Accoltellato sul bus, i due fratelli arrestati rimessi in libertà

Sono stati sottoposti alle misure cautelari dell’obbligo di firma e del divieto di avvicinamento alla parte offesa: è la decisione presa dal giudice delle indagini preliminari Silvia Guareschi, all’esito dell’udienza di convalida degli arresti per i due giovani individuati come responsabili dell’aggressione a bordo di un autobus ai danni di un 45enne senegalese, rimasto ferito alla testa dalla lama di un cutter. I due fratelli Wander Alberto Asencio Portorreal – individuato nell’autore materiale del ferimento – e il fratello Wilmer, reggiani di origine dominicana, hanno entrambi risposto alle domande del gip. Lavorano come operai e risultano incensurati: per loro è formulata l’ipotesi di reato di deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso. Si tratta di due ragazzi di 22 e 23 anni che, secondo gli inquirenti, appartengono ad una baby gang, indagati con altri tre per una rissa nel marzo 2021 in un parco cittadino, sempre con armi da taglio. Denunciata anche una 18enne, ritenuta complice dei ragazzi, he ha filmato la scena col telefonino. Il ferito si trova in prognosi riservata, ma non è in pericolo di vita.

"Sull’autobus ho subito in passato episodi di prepotenza da parte del 45enne senegalese relativi ai posti, tanto che per evitarlo sono stato costretto da un mese a cambiare mezzo pubblico": è l’antefatto raccontato da Wilmer. Wander ha detto di averlo incontrato la prima volta quel giorno stesso.

"Avevo il cutter in tasca perché è uno strumento del mio mestiere. Avevo finito di lavorare ed ero andato di corsa dal barbiere". I due poi dovevano raggiungere la scuola guida. Secondo il loro racconto, i fratelli sono saliti sull’autobus e poi il 45enne ha afferrato Wilmer con la forza. Così Wander è intervenuto: "Volevo difendere mio fratello e fare paura al suo aggressore". Il pm Giacomo Forte ha chiesto la custodia cautelare in carcere per chi ha usato il cutter e i domiciliari per l’altro. L’avvocato difensore Helmut Bartolini ha chiesto di rimetterli in libertà e, in subordine, di applicare una misura non custodiale. Secondo la difesa, il video dimostra pienamente che è stato il ferito a scagliarsi per primo contro gli altri. "Valuteremo se la condotta tenuta dai miei due assistiti - dichiara l’avvocato Bartolini - può essere ricondotta a uno scopo di autodifesa".

al.cod.