Accoltellò 20enne al bar Piccadilly Arrestato in Francia sette mesi dopo

Sul giovane, membro della baby gang "Casa Base", pendeva un mandato di cattura internazionale. Due erano già finiti in manette, mentre lui era fuggito dopo l’agguato al coetaneo di una banda rivale

Migration

di Daniele Petrone

Ancora loro. Si torna a parlare dei Casa Base, la baby gang reggiana. Un membro della banda è stato arrestato in Francia. Si tratta di un 24enne che era ricercato per aver accoltellato sette mesi fa un 20enne al bar Piccadilly di viale Umberto, nell’ambito di una sorta di regolamento dei conti e scontri tra gruppi rivali. Il giovane, sul quale pendeva un mandato di arresto europeo, è stato estradato ieri mattina in Italia con un volo di linea atterrato a Milano Malpensa, dov’è stato preso in consegna dalla Polaria – la polizia di frontiera – per poi essere affidato alla polizia penitenziaria che l’ha condotto nel carcere reggiano. I fatti contestati risalgono al 23 febbraio scorso nel locale a ridosso del centro, quattro ragazzi (tra cui un minorenne, poi indagato in stato di libertà) – secondo gli inquirenti tutti appartenenti alla nota banda giovanile reggiana che si è autodenominata Casa Base – avevano strappato una collanina d’oro, rapinandolo, a un coetaneo per poi picchiarlo con calci e pugni. Sembrava finita lì. Ma poi il gruppetto, dopo essere uscito per un po’ di tempo, è rientrato da una porta secondaria e ha accoltellato il giovane al bancone del bar. La vittima era stato dimesso con una prognosi fortunatamente lieve (10 giorni); venne aggredito anche il barista che tentò di riportare alla calma (dimesso anch’egli dal pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria Nuova con una prognosi di guarigione di cinque giorni). Tutto era stato ripreso dalle telecamere esterne e interne all’esercizio grazie alle quali i carabinieri del nucleo operativo del comando reggiano, i quali hanno condotto le indagini lampo, erano riusciti a risalire a loro, anche grazie a diverse testimonianze. I militari così avevano eseguito la mattina del 12 marzo – nemmeno un mese dopo l’accaduto – un’ordinanza di custodia cautelare in regime di arresti domiciliari emessa dal gip del tribunale di Reggio su richiesta della Procura che ha coordinato l’inchiesta.

In manette finirono due dei quattro componenti presunti responsabili: un 18enne e un 20enne, mentre il minorenne venne indagato in statodi libertà.

Il 24enne – domiciliato in città – riuscì a sfuggire alla cattura, scappando nello Stato transalpino dov’è stato infine però individuato e preso. Per tutti loro le accuse delle quali dovranno rispondere davanti al giudice è di concorso in rapina aggravata, lesioni personali aggravate, danneggiamento e minacce; al più grande, colui che è stato arrestato in territorio francese, viene attribuito anche il porto d’armi abusivo, per essere uscito con un coltello lungo otto-dieci centimetri.