Reggio Emilia, si faceva accompagnare dalla madre a comprare la droga

Succedeva a Scandiano. La donna sarebbe stata vittima di estorsione e costretta a portare suo figlio nei luoghi di spaccio: denunciato per maltrattamenti in famiglia

Spaccio (foto repertorio)

Spaccio (foto repertorio)

Scandiano, 6 agosto 2022 -  Avrebbe costretto la madre a dargli i soldi per acquistare la droga che lui consumava. E si sarebbe fatto accompagnare da lei anche nei luoghi di spaccio, dove lui comprava la sostanza. In un caso, comportandosi in modo aggressivo, lui le avrebbe anche rotto il cellulareQuesti e altri episodi si sarebbero susseguiti, nella zona di Scandiano, dal settembre 2021 al luglio di quest’anno, quando la donna, esasperata dalla situazione, ha deciso di sporgere denuncia.

Secondo il suo racconto, non ce la faceva più a sopportare ripetute minacce e umiliazioni subite da parte del figlio dipendente dagli stupefacenti e così alla fine la madre ha deciso di rivolgersi ai carabinieri per cercare di uscire da una situazione difficilissima. All’esito dei primi accertamenti, la Procura ha formulato per lui due ipotesi di reato: maltrattamenti in famiglia ed estorsione per le ripetute somme - dai 20 ai 100 euro - che lui si faceva dare di volta in volta dalla madre per potersi comprare la droga. Il gip Silvia Guareschi ha disposto per il ragazzo, un trentenne, il divieto di avvicinamento alla madre. Da quanto finora appurato, lui non l’ha mai picchiata, ma le ha rivolto frasi offensive e l’ha coinvolta in situazioni pesanti come quelle descritte, difficili da tollerare a lungo per una madre. Il trentenne risulta seguito dal Sert, ma al momento non è riuscito a liberarsi dalla dipendenza dalla droga: le sue richieste di denaro e i suoi scatti d’ira, protratti nel tempo, hanno quindi convinto la donna a chiedere aiuto, di fronte a una situazione che per lei si era fatta insostenibile.

Ieri il giovane è comparso davanti al gip Dario De Luca per sottoporsi all’interrogatorio di garanzia: difeso dall’avvocato Danilo Pichierri (studio Cataliotti) si è avvalso della facoltà di non rispondere.